La partecipazione delle donne al voto ha rappresentato una tappa fondamentale nella conquista dei diritti politici, aprendo il percorso di crescita a livello istituzionale, attraverso l'eliminazione progressiva di tutte le discriminazioni basate sul sesso.
Al riguardo, il Ministro dell'Interno, con recente circolare, ha richiamato l'attenzione dei Prefetti sulla rilevanza dell'evento, rappresentando che tale processo istituzionale ha favorito il raggiungimento di quei traguardi voluti dalla Costituzione che hanno reso il nostro Paese una democrazia avanzata.
Il Prefetto Mauro Lubatti, pertanto, si è fatto promotore di iniziative di celebrazione della ricorrenza per stimolare altrettanti momenti di riflessione sull'importanza dell'impegno collettivo e sinergico volto a rimuovere ogni residua diseguaglianza alla luce di quei valori di libertà e giustizia, iscritti nella nostra carta costituzionale.
In questo contesto, nella serata di martedì 15 giugno, nella Sala Conferenze del Circolo Ufficiali della Marina Militare, si è tenuta la conferenza del dott. Antonino Faro, già Direttore del locale Archivio di Stato, dal titolo: "2 giugno 1946 - Le prime libere elezioni dopo vent'anni di regime – Le donne votano. L'Italia cambia volto" a cui hanno preso parte Autorità civili e militari nonché un pubblico attento e partecipe.
Il Prefetto Mauro Lubatti ha introdotto il relatore facendo presente che la dissertazione si basa anche su documenti originali della Prefettura e della Questura, risalenti all'epoca dei fatti utili per conoscere il clima che si respirava in quei giorni, in particolare dal 2 al 18 giugno, giorno in cui si ebbe notizia dei risultati del referendum istituzionale da parte della Corte di Cassazione (detti documenti storici sono stati oggetto di versamento da parte della Prefettura all'Archivio di Stato nel 2013 affinché possano divenire oggetto di studio e di ricerca).
Durante la relazione il dott. Faro ha delineato il percorso dai primi del 1900 al 1919, anno in cui la Camera aveva votato, a larga maggioranza, la legge sul diritto di voto alle donne ma mai approdata al Senato a causa della chiusura anticipata della legislatura, per la questione fiumana. Nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani, presentò una proposta di legge per il diritto di voto femminile che non arrivò, però, ad essere discussa a causa dell'avvento del regime fascista.
Nel 1946 le donne, per la prima volta in Italia, andarono alle urne in 436 Comuni per scegliere le amministrazioni comunali ed, il 2 giugno 1946, per eleggere i componenti dell'Assemblea Costituente e pronunciarsi col Referendum istituzionale sul quesito Monarchia o Repubblica.
Nella sua conferenza, il dott. Faro non ha mancato di inserire questi eventi elettorali nel contesto del periodo storico che va dalla Resistenza all'esilio del "Re di maggio", comprendendo anche un accenno ai procedimenti di epurazione in questa provincia, nell'immediato dopoguerra.
Alla relazione è seguita una serie di interventi e numerosi quesiti da parte del pubblico.