La vita è una malattia ereditaria mortale che si trasmette per via sessuale... Questo uno dei geniali e sardonici calembour prodotti dalla fervida penna di Gino Patroni, protagonista del terzo appuntamento con I mercoledì del CAMeC, ciclo di incontri che propone digressioni e approfondimenti a latere della mostra Dal disegno al segno, da Fattori a LeWitt, con ingresso libero.
A raccontare Patroni sarà Filippo Paganini, presidente dell'Ordine ligure dei Giornalisti, al CAMeC in veste di depositario di un prezioso ricordo e di una lunga frequentazione da collega e amico. Nel 2012, a vent'anni dalla scomparsa del pubblicista spezzino, Paganini consegna alle stampe un volumetto, Gino Patroni un umorista a Spezia, nel quale delinea un ritratto aderente e puntuale del pubblicista e dell'uomo, oltre che dell'ambiente, dei luoghi, delle conoscenze, tutt'altro che incolori, che lo hanno accompagnato.
Sarà l'occasione per ritrovare, e, per i più giovani, conoscere ed apprezzare "una delle geniali personalità che più hanno illuminato lo spirito spezzino ... un intellettuale di provincia di grandissimo talento e buona cultura che, come tantissimi altri, negli anni del Dopoguerra sarebbe stato accolto a braccia aperte dal successo incontrandolo negli orizzonti più vasti della grande città. Ma che è rimasto schiacciato dalle sue paure e dalle sue nevrosi. Che si è rifugiato nella placenta della provincia".
Forse non tutti sanno che Gino Patroni amava disegnare e costruire calembour con l'ausilio delle immagini. La mostra del CAMeC ne ospita quattro, che sono stati lo spunto per rinnovarne il ricordo e rendergli omaggio grazie al contributo di Filippo Paganini.