Cosa ci spinge a desiderare un orologio, un paio di scarpe o l’ultimo telefono uscito? Cosa cerchiamo di ottenere attraverso gli oggetti? Potere? Sicurezza? Amore? Holy Shoes esplora il rapporto tra l’uomo e l’oggetto, individuando nella scarpa il simbolo cardine del potere disfunzionale che gli oggetti esercitano su di noi..
Attraverso le storie di quattro personaggi le cui vite, in forme e modalità differenti, vengono cambiate o messe in pericolo dalle scarpe, oggetto simbolo del desiderio per eccellenza, Holy Shoes racconta cosa siamo disposti a fare per trovare la nostra identità nel mondo, fino a che punto ci spingiamo per essere amati e accettati. Racconta un mondo in cui tutti desideriamo ciò che non abbiamo, in cui tutti vogliamo essere ciò che non siamo.
Convince l'esordio nella regia di Luigi Di Capua, che attraverso l'ossessione per un paio di costosissime sneakers di un gruppo di personaggi racconta la nostra società liquida. Incrociando tre storie e mettendo al centro di una quarta un paio di scarpe con il tacco, il regista parla del rapporto che abbiamo con gli oggetti e del desiderio, nonché della spasmodica ricerca di un'identità. Quasi nessuno si salva dalla fascinazione per gli status symbol, nonostante una tenerezza che di tanto in tanto affiora in qualcuno dei protagonisti.
Gli attori del film sono a fuoco, in particolare Carla Signoris e Simone Liberati, anche se la grande sorpresa è il giovane Raffaele Argesanu.