Il CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia ha portato a compimento in questi giorni il progetto finanziato nell’ambito della Missione 1 - Misura 1 - Patrimonio culturale per la prossima generazione, Investimento 1.2 –“Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura” del PNRR.
“Con questo intervento vogliamo garantire un’esperienza museale inclusiva e accessibile a tutti – dichiara il Sindaco Pierluigi Peracchini – riconoscendo il diritto alla fruizione a tutti coloro che convivono con disabilità motorie, visive, uditive o cognitive. L’arte e la cultura rappresentano un ponte per arricchire la propria comprensione del mondo e non devono essere preclusi a nessuno. L’obiettivo quindi è che ogni visitatore possa godere appieno delle esposizioni del CAMeC senza limitazioni di sorta. Un grande passo avanti per il nostro Museo che, dopo la convenzione siglata con Fondazione Carispezia, inizierà un nuovo percorso in un’ottica di valorizzazione e ampliamento al grande pubblico nazionale e internazionale.”
I nuovi strumenti concepiti e realizzati sono molteplici: all’ingresso una mappa tattile del CAMeC, che consenta all’utente di comprendere dove si trova e come è strutturato il museo; la dotazione di un totem con un video in Lingua italiana dei segni (LIS), che racconti la storia del museo e delle collezioni; la apposizione di segnali tattili plantari in prossimità delle scale e dei servizi; la trasformazione di uno dei servizi igienici in toilette polifunzionale anche con sanitari ad altezza e misura di bambino; l’inserimento di un lavandino nel Laboratorio didattico; infine, la nuova Accessibility Room. Questo ampio spazio espositivo è a disposizione di tutti i visitatori ma è specialmente dedicato a ipovedenti, non vedenti e utenti con sordità che potranno incontrare un allestimento che abbatte le barriere percettive e sensoriali.
Il percorso utilizza il senso del tatto avvicinando il visitatore all’opera, consentendo agli utenti l’esperienza di una visita nella quale le stesse opere d’arte forniscono direttamente le informazioni, permettendo la costruzione di un’immagine mentale. L’allestimento, che si struttura abbinando le opere originali a calchi o riproduzioni in 3D in scala al vero da toccare, non soddisfa più solo un criterio scientifico e estetico ma anche in qualche misura etico, poiché amplifica gli obiettivi di inclusione.
Il calco o la copia, rivestendo il ruolo di mediatore tra l’utente e l’opera, sono perfettamente conformi all’originale, cui sono affiancati, creando un’immagine mentale la più aderente possibile alla realtà.
Fondamentale per la trasmissione delle informazioni è un’idonea segnaletica di sala costituita da didascalie e pannelli esplicativi per ipovedenti (quindi rispettosi di alcune norme previste per facilitare la lettura come: tipologia di font, dimensione delle lettere, testo a bandiera, contrasto cromatico forte tra carattere e fondo etc.) e didascalie in braille e a rilievo, video LIS con esplicazione di ogni opera esposta, descrizione audio con dotazione di cuffie per l’ascolto.
Anche l’altezza del posizionamento dei vari oggetti tiene conto anche del punto di vista di utenti su carrozzina e bambini, per dare a tutti una uguale possibilità di fruizione. Al centro della sala un totem presenta una clip che presenta le 8 opere in esposizione declinandole in una visione inedita ed ‘emozionale’.
Mentre il diritto all’accessibilità per i disabili motori è riconosciuto e tutelato da anni – ed è legato principalmente all’abbattimento delle barriere architettoniche – gli altri tipi di disabilità, visiva, uditiva e cognitiva ad esempio, pregiudicano fortemente la fruizione artistica, e richiedono interventi progettuali molto specifici, legati anche a una diversa organizzazione dell’offerta culturale.
In quest’ottica il CAMeC intende incrementare la sua attività a favore dell’inclusione sociale, garantendo nel corso del tempo l’allargamento dell’accessibilità dei suoi contenuti a tutte le categorie di utenti con una serie di progetti ad hoc. La scelta metodologica intrapresa non è quella di progettare soluzioni per una nicchia di utenti ma di soddisfare le esigenze di un pubblico più ampio, che comprenda chi ha limitazioni dovute alla vista, all’udito, all’età e alle facoltà cognitive.
Ciascun visitatore potrà usufruire del modo a lui più congeniale dei diversi strumenti messi a disposizione, migliorando la propria esperienza estetica, anche utilizzando una modalità di approccio per lui non usuale.