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PerdutaMente, Paolo Ruffini racconta l’Alzheimer

Un viaggio bellissimo  che porta a comprendere la differenza tra guarire e curare, e racconta l’amore, nonostante l’Alzheimer.
«PerdutaMente» di Paolo Ruffini e Ivana Di Biase arriva in sala, non a caso lunedì, giorno di San Valentino,  martedì  e Mercoledi al Cinema  Il Nuovo La Spezia.
 
Il documentario è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Polli Stoppani di Bergamo. Nella pellicola, Ruffini attraversa l’Italia per incontrare i malati e i loro familiari, definiti seconde vittime.
 
«In un tempo in cui siamo tutti social, parlare di sociale è avanguardistico, ho sentito il bisogno di trovare un senso a quello che faccio che fosse più di un post su Instagram, che alla vita somiglia poco — spiega Ruffini —.
 
Durante la pandemia ci siamo concentrati sul Covid e non sulla salute, sulla morte e non sulla vita.
 
Mi sono chiesto che effetto potesse avere una malattia sulle nostre vite e ho cercato il morbo di Alzheimer».
 
Il fulcro narrativo della pellicola non è la malattia, ma sono le emozioni e i sentimenti che legano i pazienti ai loro cari.
 
«In Italia ci sono 1,2 milioni di malati di Alzheimer, male feroce e vergognoso a causa di un retaggio culturale, ma a esserne colpiti sono anche i familiari che, spesso, muoiono prima per lo stress psicofisico — aggiunge il regista —.
 
Non si guarisce, ma si può essere curati; da testimone ho cercato di raccontare qualcosa che avrei voluto vedere, non penso sia il film più bello che ho fatto, ma il più bello che ho visto, in un momento difficile, in cui non siamo riusciti a esorcizzare la pandemia, se non con dei balletti su TikTok».
 
Attraverso le interviste, Ruffini racconta diverse dimensioni dell’amore: tra compagni di vita, genitori e figli, nonni e nipoti, fratelli e sorelle.
 
Nonostante nei pazienti la memoria della realtà sia sgretolata, resta la memoria emotiva che rappresenta l’unico legame con la vita che li circonda.
 
«I malati di Alzheimer hanno una consapevolezza sul senso della vita diversa dalla nostra, noi viviamo per il successo e il conseguimento degli obiettivi, il senso per loro è amare, sono innamorati sublimi — precisa Ruffini —: è come se la malattia risucchiasse loro qualsiasi tipo di organo, a partire dal cervello, tranne l’amore, che non risiede nel corpo, ma è altrove.
 
Capita che non sappiano chi sono e chi sei tu, ma sanno che ti amano».
 
Lunedi 14  Febbraio
ORE 18.30 PERDUTAMENTE   ( Evento Nazionale - progetto di Paolo Ruffini)
 
Martedi 15 Febbraio  
ORE 19.00-PERDUTAMENTE   ( Evento Nazionale - progetto di Paolo Ruffini)
Mercoledi 16   Febbraio
ORE 18.15 PERDUTAMENTE   ( Evento Nazionale - progetto di Paolo Ruffini)
 
 

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