Dal 10 al 20 giugno 2019 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Ancona e della Spezia , hanno condotto due delicate operazioni subacquee, rispettivamente nelle acque del lago di Varna (BZ) ed in quelle di Vernazza (SP), grazie alle quali sono stati rimossi dal fondo oltre 3.000 ordigni esplosivi.
L’intervento d’urgenza alle 5 terre è stato richiesto dalla Prefettura della Spezia a seguito della segnalazione di una ditta per lavori subacquei alla locale Capitaneria di Porto circa il rinvenimento di un grosso manufatto di forma sferica riconducibile ad un ordigno esplosivo. Il 20 giugno 2019 i Palombari del GOS hanno riconosciuto l’oggetto segnalato come una mina subacquea tedesca del tipo GR, risalente alla seconda guerra mondiale e contenente 30 Kg di esplosivo, che giaceva da oltre 70 anni a soli 16 metri di profondità di fronte al mare di Vernazza. L’intervento di bonifica è stato condotto attraverso le consolidate procedute in uso al Gruppo Operativo Subacquei tese a preservare l’ecosistema marino in una zona di sicurezza individuata dalla locale Autorità Marittima.
Il secondo intervento dei Palombari della Marina si è svolto nel lago di Varna (BZ) dove, su richiesta della Prefettura di Bolzano, è stata condotta un’ulteriore campagna di bonifica delle acque del lago che, dal 10 al 20 giugno 2019, ha permesso di recuperare ben 3.531 bombe da fucile di nazionalità austriaca e risalenti alla prima guerra mondiale, in seguito consegnate agli artificieri del 2° Reggimento Guastatori di Trento della brigata alpina Julia dell’Esercito per essere distrutte.
Al termine di queste operazioni i comandanti dei Nuclei SDAI della Marina vogliono ricordare a coloro che dovessero imbattersi durante le vacanze in oggetti la cui forma possa essere ricondotta a quella di un ordigno esplosivo, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza delle nostre acque.
Foto: Marina Militare