Sono cammini del progetto parchi di mare e della montagna dell’alpinismo lento, che evidenziano le emergenze e le bellezze dei territori dell’entroterra. Così, impegnata a valorizzare la selvicoltura del castagneto e gli antichi mestieri degli ambienti montani, l’associazione Mangia Trekking, ha recentemente organizzato una piacevole ed interessante camminata sulla dorsale appenninica, che ha condotto i partecipanti a conoscere Sassalbo, famoso “paese senza camini” nella valle dei gessi, ove un tempo ogni casa era un seccatoio per le castagne, le quali rappresentavano il principale sostentamento alimentare per le comunità montane e forse la vera ricchezza dei luoghi. Il loro percorso, seguendo un filo storico-culturale li ha portati poi a Camporaghena e Torsana lungo una via costellata di noccioli, castagneti, faggi, pinete con grandi prati che hanno offerto, complice anche la bella giornata, straordinari scorci sui territori circostanti.
Un cammino lungo vie percorse un tempo dai pastori con le loro greggi, verso il monte Casarola e l’Alpe di Succiso. Dove le cime soleggiate del monte Alto e del Buffanaro e rese rosse dal tramontar del sole, sembravano essere le sentinelle di quei luoghi seppur ben conservati, oggi pressoché disabitati. L’associazione Mangia Trekking con tale iniziativa, mentre voleva invitare a visitare questi paesi caratterizzati dai loro portali in pietra lavorata a mano, le aie lastricate, le volte ed i tetti in pietra e le bellissime sculture su sasso lungo le vie e sopra i portali, ha evidenziato un prezioso lavoro dimenticato dell’uomo, dove l’abbandonato mulino di Torsana ne è purtroppo esempio.
Nell’occasione, Mangia Trekking, ha voluto portare anche una lente d’ingrandimento e lanciare un grido di allarme. Affinché autentici monumenti e musei a cielo aperto, dell’opera artistico-artigianale compiuta nei secoli dall’uomo, e quell’inestimabile patrimonio boschivo, rappresentato soprattutto dall’albero del pane, siano aiutati a sopravvivere.
Proseguono con tale spirito i “viaggi” dell’alpinismo lento attraverso le ricchezze paesaggistiche del nostro vicino Appennino, un genere di iniziative cultuali e sportive che si propongono con fermezza di tener viva la memoria storica dei luoghi.