CGIL, CISL, UIL E FIALS hanno congiuntamente presentato alla stampa la situazione che vede i dipendenti di Coopservice in agitazione da ormai molti mesi. Le mancate risposte da parte di Coopservice e la persistente situazione di incertezza riguardante i lavoratori, costretti a cambi di reparto e orari sempre più pesanti, senza contare che il contratto “tecnico” non offre le garanzie di quello “sanitario”, (ad esempio le vaccinazioni e il lavaggio degli indumenti, che spettano al comparto sanitario ma non a quello tecnico), si aggiungono ai disservizi sempre possibili e frequenti data la situazione ed i carichi di lavoro.
Abbiamo intervistato i rappresentanti delle sigle sindacali, che hanno posto l’accento sia sulla necessità di tornare al tavolo con Coopservice sia sul fatto che anche l’ASL 5 faccia sentire la propria voce in merito.
In definitiva la vertenza sembra ancora lontana da una possibile composizione e tutto ciò rischia seriamente di incidere sulla qualità di un servizio sanitario che da troppo tempo si dibatte fra ruoli, difficoltà, contratti e forse anche una sorta di discriminazione: la nosra provincia risulta infatti una delle poche dove i servizi socio sanitari sono dati in appalto esterno ai privati e le conseguenze a questo punto sono sotto gli occhi di tutti.
L’obiettivo immediato dei sindacati è sicuramente quello di comporre la vertenza e di ottenere risposte positive dalla Cooperativa riguardo al trattamento dei lavoratori, ma, sul lungo periodo e con le garanzie di salvaguardia occupazionale del caso, tornare gradualmente all’internalizzazione dei dipendenti a cui è affidata la parte sociosanitaria del lavoro in ASL5.
Obiettivo non facile, ma che risponde (a detta di molti) al concetto per cui si possono privatizzare molti ambiti, ma la salute pubblica non è fra questi.