Questa mattina, Marcella Mancusi, curatrice del Museo Archeologico Nazionale di Luni, ha introdotto i progetti di collaborazione scuola-lavoro che riguarderanno anche il sito stesso. Dal 25 settembre al 14 ottobre avrà luogo la terza campagna di scavo concessa all'Università di Pisa dalla Soprintendenza Archeologica della Liguria e in collaborazione con il Polo Museale della Liguria: 18 studenti universitari, 18 dell'Istituto di Istruzione Superiore Parentucelli-Arzelà di Sarzana e 6 del Liceo Costa della Spezia parteciperanno alle attività di scavo nel sito archeologico con turnazioni di 8 presenze al giorno.
I giovani, nelle vesti di veri e propri archeologi, saranno coordinati sul campo dal Dott. Paolo Sangriso e dal Dott. Stefano Genovesi, e dovranno portare alla luce una domus del I secolo d.C., della quale al momento sono visibili sono alcune parti, come pregevoli mosaici e alcune vasche che erano destinate alla lavorazione delle fibre tessili: "L'area fullonica" – dichiara il Dott. Sangriso- era un impianto che serviva alla lavorazione dei tessuti. Quest'anno cercheremo di aprire al pubblico due finestre di visita, dalle quali si può assistere in diretta alle operazioni svolte dai ragazzi".
Simonetta Menchelli, Direttore Responsabile Scientifico e Docente del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, si esprime con queste parole: "Dal 2013 ci vengono concessi scavi nell'area di Luni, lo scavo di quest'anno si avvierà a breve, e di questa zona sono interessanti gli aspetti storico- commerciali, quelli storico-topografici e anche l'area del commercio internazionale".
Neva Chiarenza, Responsabile della Soprintendenza Archeologica della Liguria, spiega il motivo per cui lo scavo può essere concesso all'Università di Pisa: "La Soprintendenza ha il compito di controllare lo scavo e monitorare i lavori, ma la ricerca può essere assegnata all'Università dato che se ne occupa, ed è l'unica che si può sostituire alla Soprintendenza, la quale si mobilità ogni volta che viene trovato qualcosa di interessante".
La seconda collaborazione presentata oggi, giovedì 21 settembre, è quella tra il Canale Lunense e l'Istituto Superiore Cardarelli della Spezia, i cui studenti saranno coinvolti nelle operazioni di drenaggio e sistemazione di condutture dell'Anfiteatro romano di Luni, che già da tempo vive una situazione complessa. Il Canale Lunense che, tra le tante cose, si occupa di gestione delle acque e del mantenimento di un ambiente fisico idoneo al progresso produttivo, ha accolto la domanda d'aiuto della curatrice Mancusi che ha segnalato i problemi della struttura e, sfruttando la richiesta di una collaborazione scuola-lavoro giunta dall'Ingegnere Giuseppe Sciacca del Cardarelli-CAT, è nato questo progetto di bonifica che inizierà tra la fine del mese corrente e l'inizio del prossimo.
"Abbiamo avuto tre gruppi di lavoro: il primo ha svolto la parte del sopralluogo, il secondo ha lavorato al progetto ed il terzo si è occupato della realizzazione del materiale. Ora si avvierà la fase della collaborazione diretta tra noi e l'Area Archeologica per la realizzazione effettiva dell'intervento", così ha spiegato Corrado Cozzani, del Consorzio di Bonifica del Canale Lunense, poi l'Ingegnere Sciacca ha aggiunto: "I ragazzi quest'anno sono stati una quindicina, delle classi quinte, divisi in gruppi. Nei progetti di alternanza cerchiamo di mandare gli studenti anche in funzione della loro abitazione e in relazione delle loro aspettative".
