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Trenta persone hanno partecipato oggi pomeriggio in Piazza Italia, a Pontremoli, ad una delle quaranta veglie delle Sentinelle in Piedi che si stanno tenendo in questi tre fine-settimana su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è la testimonianza della bellezza della famiglia e della vita, e il richiamare l’opionione pubblica riguardo all’attacco in corso contro la libertà di espressione e la dignità umana.

“Quando le Sentinelle in Piedi sono scese per la prima volta in piazza nel 2013 l’obiettivo principale era contrastare il ddl Scalfarotto sull’omofobia” – ha detto la portavoce nel discorso iniziale -. “Chiara era la percezione di un attentato alla libertà d’espressione. L’iter di quel disegno di legge è stato fermato grazie anche alla nostra mobilitazione di piazza. Oggi, però, continua il tentativo di introdurre anche in Italia il reato di opinione. Bloccato il ddl Scalfarotto, si cerca di limitare la libertà di espressione con il ddl su bullismo e cyberbullismo e ora, in una veste ancor più subdola e pericolosa, con il ddl s2688 sulle cosiddette fake news”.

“Questo testo  prevede una multa fino a 5 mila euro per «chiunque pubblichi o diffonda» online «notizie false, esagerate o tendenziose che riguardino dati o fatti infondati o falsi». Se poi la cosiddetta fake news è tale da «destare pubblico allarme», «fuorviare settori dell’opinione pubblica» o promuovere «campagne d’odio», l’articolo 2 aggiunge ai 5 mila euro di multa anche un anno di reclusione. Quando poi si arrivi a «minare il processo democratico, anche a fini politici», gli anni di reclusione diventano due, e l’ammenda sale a 10 mila euro”.

“Ma chi stabilisce che una notizia sia falsa, esagerata o tendenziosa? Chi stabilisce dove e quando si tratta di una campagna d’odio? E che cosa significa «minare il processo democratico»? Non sappiamo se questo testo passerà davvero, ma di certo negli ultimi mesi l’attenzione sulle cosiddette fake news si sta imponendo a livello internazionale: il vero fine di questi disegni di legge non è contrastare le notizie false, bensì silenziare con tutti i mezzi possibili ogni voce dissonante rispetto a ciò che il potere vuole che si dica”.

“È infatti evidente che, se questi o analoghi testi dovessero diventare legge, potrebbe essere a rischio la libertà di esprimere pubblicamente un legittimo dissenso senza venire accusati e perseguiti. È evidente che potrebbe non essere più possibile esprimere opinioni ad esempio contrarie all’aborto, alle unioni civili o alle «creative» decisioni di Tribunali quali quello di Milano, di Trento e - più di recente - quello di Firenze, che, contro ogni senso della giustizia e del rispetto delle leggi italiane, hanno emesso sentenze ideologiche, che arrivano a trattare un bambino come se fosse unicamente il mezzo per soddisfare un inesistente «diritto al figlio». Ma un figlio non è un diritto ed è inaccettabile commissionarlo e produrlo pagandolo migliaia di euro con l’utero in affitto, così come è inaccettabile che venga adottato da due uomini o due donne. L’adozione nasce per rispondere al miglior interesse del minore, che certamente è quello di crescere con un papà e una mamma adottivi, se quelli biologici non possono crescerlo per i motivi più diversi. Due papà o due mamme sono una grande menzogna, sulla pelle dei bambini”.

“Ma se anche la legge arrivasse ad affermare il contrario, quand’anche lo mettessero per iscritto tutti i tribunali del mondo, un bambino non ha, non può avere e non avrà mai due papà. Non c’è testardaggine che possa cancellare la verità che si impone da sé”.

“Per amore della verità, che si cerca ostinatamente di cancellare e di negare, le Sentinelle in Piedi scendono di nuovo in piazza, dando a tutti la possibilità di esprimere pubblicamente il proprio dissenso. Anche per poter dare una risposta quando ci chiederanno: «Dove eri mentre accadeva tutto questo?»”.

“Solo qualche settimana fa, in Francia, è stata approvata una legge che estende ai siti web il cosiddetto reato di “intralcio all’aborto”. Sarà così vietato parlare anche della sindrome post abortiva”.

“Sulla stessa scia, si comprende che potrebbe non essere più possibile dirsi contrari alla legge sul biotestamento ora in discussione in Parlamento. Il testo, che molto probabilmente verrà approvato, pur non nominando mai esplicitamente questo termine, di fatto legalizza l’eutanasia”.

“Questo testo rende «disponibile» il diritto alla vita, perché, di fatto, introduce l'idea che sia la cosiddetta «qualità» della vita a determinare se essa sia degna di essere vissuta oppure no. Secondo il testo, la nutrizione e l’idratazione, cioè il dare cibo e acqua a un malato, sono equiparati a trattamenti medici e quindi possono essere arbitrariamente sospesi. Il testo priva il medico del diritto all’obiezione di coscienza e orienta la medicina non alla cura del paziente, ma al dovere assoluto di rispettare una volontà di suicidio. Si applicherebbe tra l'altro anche ai minorenni, quindi anche ai bambini, aprendo così la strada a ogni arbitrio come già avviene in altri Paesi quali Belgio, Olanda e Francia. Questi Paesi vengono regolarmente indicati come esempio di civiltà. Là, invece, è stato smarrito ogni significato e ogni senso di sacralità della vita e dove si è presto passati da un'eutanasia volontaria ad una situazione in cui è lo Stato a stabilire quali siano le vite degne di essere vissute e quelle da «scartare», a volte perché troppo costose”.

“Tutto ciò, mentre tale censura è già in atto come ci testimonia la cronaca con gli innumerevoli tentativi di zittire chi fa affermazioni contrarie al pensiero unico. Siano esse opinioni o anche dati scientifici”.

“Oggi siamo qui per salvaguardare la nostra libertà e la nostra coscienza. E vogliamo farlo in piazza perché quello che non difendiamo oggi pubblicamente potremmo presto non poterlo più difendere neanche laddove si svolge la nostra vita  quotidiana. Con la nostra presenza ferma e silenziosa ribadiremo quello che il pensiero unico non vuole sentire, ossia che esiste un bene e un male, esiste una verità sull’uomo, che nessuna legge potrà mai cambiare”.

“La nostra presenza qui oggi provoca, infastidisce, disturba. Il potere detesta che gli uomini liberi parlino di bene e di verità nella sfera pubblica. Perché questo potrebbe svegliare altre coscienze, e sovvertire il potere”.

Testo di Francesco Bellotti

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