si svolgerà alle ore 10:30 nella Sala del Refettorio degli Olivetani alle Grazie.
I terreni costituiscono, insieme a tre edifici rustici, il patrimonio immobiliare che compone con le strutture di una grande villa romana l'Area Archeologica del Varignano Vecchio, che si estende per tre ettari, dei quali uno è occupato dalle emergenze archeologiche dislocate in diversi settori, e si qualifica per una stretta sinergia fra valenza archeologica e contesto paesaggistico, ricco di elementi naturali e costruiti che ancora oggi definiscono le caratteristiche peculiari dei luoghi.
In questa valenza e nella convinzione che debba essere preservata e mantenuta viva la componente rurale dei luoghi - che senza soluzione di continuità dall'epoca romana ad oggi hanno mantenuto pressoché immutata la loro fisionomia - risiede la volontà di recuperare e rendere nuovamente produttivo il fondo olivato, che in antico costituiva la risorsa primaria di una coltura intensiva di pregio.
Il paesaggio naturale e il paesaggio costruito - archeologico e rurale - si fondono in delicati cromatismi secondo equilibri rimasti pressoché inalterati per oltre duemila anni.
Il recupero dell'oliveto demaniale, nell'ottica di una corretta e completa fruizione di tutto il complesso archeologico, è stato uno degli obiettivi che la Soprintendenza ha perseguito con tenacia in questi ultimi anni con il preciso intento di rimettere in produzione l'oliveto demaniale.
La sua recuperata produttività - un marchio di qualità ne certificherà l'olio - potrà anche essere letta come tentativo di ricontestualizzazione della villa romana, che nasce per produrre ed esportare olio.