"Come le altre regioni – spiega Montaldo – la Liguria contesta duramente i tagli lineari effettuati dal Governo in sanità. Perché alcune regioni, tra cui la nostra, hanno già effettuato notevoli risparmi e si sono già adoperate sul fronte del contenimento della spesa. Nonostante ciò non ci sottraiamo alla necessità di riposizionare il servizio sanitario regionale, anche per evitare l'aumento delle tasse, potenziando i servizi sul territorio, non solo in termini di costruzione della rete di Case della Salute e piastre ambulatoriali, ma come modello organizzativo che consenta la presa in carico dei pazienti cronici".
Territorio
La nuova organizzazione prevede il potenziamento dei distretti territoriali che dal 2013 avranno un proprio budget e diventeranno il fulcro dell'assistenza territoriale per i malati cronici affetti ad esempio da diabete, ipertensione, bronchiti croniche. Previsto inoltre un ulteriore sviluppo degli hospice con 30 posti in più e nuove strutture di cure intermedie, a metà strada tra l'ospedale e la residenzialità socio-sanitaria per accogliere, per un breve periodo di tempo, i pazienti dimessi da reparti per acuti e che non possono essere immediatamente accolti nelle Rsa.
Ospedale
Il piano persegue l'obiettivo di arrivare ad un numero di posti letto per acuti per mille abitanti non superiore al 3 per mille e allo 0,7 per mille posti letto destinati riabilitazione /lungodegenza come è stato stabilito dalla legge 135 del Governo sull'aggiornamento degli standard dei letti. E' previsto pertanto una riduzione di letti nelle aree territoriali dove lo standard era superiore per un totale di 800 posti letto per acuti in meno e un incremento di 332 posti letto per la riabilitazione./lungodegenza. Inoltre è prevista la chiusura di 38 strutture complesse cliniche.
Nella ASL 1 Imperiese sono previsti meno 45 posti letto per acuti e 89 posti letto in più per la riabilitazione. Inoltre verranno eliminate tre strutture complesse.
Nella ASL 2 Savonese previsti 133 posti letto per acuti in meno e l'attivazione di 33 posti letto di riabilitazione e per la lungodegenza. Vengono inoltre disattivate 6 strutture complesse.
Nella ASL 3 Genovese vengono chiusi 146 posti letto per acuti e attivati 51 posti letto per la riabilitazione. Vengono disattivate 6 strutture complesse.
Ospedale Evangelico – Voltri chiude 18 posti letto per acuti e ne apre 4 per la riabilitazione, disattivando tre strutture complesse.
All' IRCCS San Martino – Ist sono disattivati 223 posti letto per acuti e attivati 94 posti letto di riabilitazione e lungodegenza. Le strutture complesse di cui è prevista la disattivazione ammontano a 13.
Ospedale Galliera disattiva 100 letti per acuti, apre 21 letti per la riabilitazione e chiude una struttura complessa.
L' Istituto Gaslini chiude 80 letti per acuti e ne attiva 20 per la riabilitazione. Disattiva inoltre 2 strutture complesse.
ASL 4 Chiavarese chiude 33 posti letto per acuti, attiva 18 per la riabilitazione e la lungodegenza. . Strutture complesse disattivate 4.
ASL 5 Spezzina la Giunta non prevede operazioni in quanto la dotazione di letti ospedalieri è inferiore allo standard previsto a livello nazionale.
Ulteriori 26 letti per acuti verranno disattivati nelle pediatrie ospedaliere.
Cambiamenti anche per alcune specialità ospedaliere: chirurgia maxillo-facciale oggi presente sia all'ospedale San Martino-Ist che al Galliera potrebbe essere accorpata presso l'unica sede di San Martino. Stesso percorso per la neurochirurgia che verrebbe unificata al S. Martino-Ist. Chirurgia vascolare rimane invece sia al Galliera che all'ospedale San Martino.
"Per quanto riguarda la nuova edilizia ospedaliera – spiega l'assessore Montaldo - il piano conferma nella sostanza l'impianto già fissato con i nuovi ospedali che dovranno essere riadattati in termini di posti letto, anche se, vista l'assenza di risorse nazionali, pensiamo di destinare una quota dei prossimi Fas".
Emergenza
E' confermata la chiusura entro 60 giorni della Centrale operativa di ASL 4 Chiavarese le cui funzioni saranno svolte dalla Centrale del S. Martino. Il piano prevede inoltre di concentrare in un'unica centrale regionale le rimanti 4.
A questo punto si porta a termine un percorso di trasformazione di 4 strutture di pronto soccorso regionali in punti di primo intervento ospedaliero (PPI) aperti 24 ore. Negli stessi ospedali parte inoltre la collaborazione con i medici di medicina generale prevista dal decreto Balduzzi. Le sedi individuate sono: Bordighera, Cairo Montenotte, Albenga e Sestri Ponente. Rimangono aperti a 12 ore i punti di primo intervento di Pontedecimo e Rapallo.
"Questo quadro – conclude Montaldo - suggerisce di portare a completamento le misure strutturali che modificano l'organizzazione territoriale e ospedaliera per affrontare il 2013 da una base più sicura. Tenendo conto che nel 2013 ci saranno ulteriori riduzioni nazionali delle risorse e non abbiamo avuto ancora nessuna risposta dal Governo nemmeno sulla richiesta delle Regioni di rivisitare i livelli di assistenza per un nuovo Patto della salute e non è stato ancora ripartito il fondo sanitario nazionale per il 2012".
(in allegato i documenti dettagliati sulla riorganizzazione dell'offerta)