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Ruocco, Spi Cgil: "No al nuovo codice della strada, sì alla mobilità sostenibile" In evidenza

Le associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada da mesi lo hanno contrastato e bollato come "codice della strage"

Questa settimana, nel periodo della Giornata Mondiale in memoria delle Vittime sulla strada, è previsto il voto finale al Senato sulla riforma del codice della strada, voluta e blindata nel testo approvato alla Camera dal Ministro dei trasporti Salvini. Le associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme alle associazioni ambientaliste e per la mobilità sostenibile e alle organizzazioni sindacali, già da mesi lo hanno contrastato e bollato come "codice della strage".

"Le persone anziane sono vittime per eccellenza delle stragi stradali soprattutto in città: una limitazione del diritto di cittadinanza, l'ennesimo elemento di marginalizzazione che rende i centri urbani sempre più invivibili soprattutto per i più fragili – dice Laura Ruocco, Segretaria generale dello Spi Cgil della Spezia. I dati degli incidenti parlano chiaro: In Liguria, nel 2023, si sono verificati 7.530 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 55 persone e il ferimento di altre 9.194. Alla Spezia 690 incidenti con 7 morti.

Continua la Ruocco: "Già con il flash mob dello scorso settembre "siamo tutti pedoni" avevamo invece richiesto di ripristinare nelle città le condizioni che permettano di vivere gli spazi pubblici come luoghi di incontro e socialità, per combattere le solitudini e migliorare la vita di tutti e tutte. La nostra proposta di Città 30 va proprio in questa direzione: un modello di città delle relazioni, basato sulla costruzione di spazi a misura di comunità attraverso buone pratiche che mettano al centro la mobilità dolce, la riappropriazione degli spazi urbani in ottica di socialità e vivibilità, la camminabilità, il benessere, la convivenza e la relazione tra i diversi utenti della strada e tra le generazioni. Invece, l'impianto della riforma del Codice della strada è molto chiaro: debole con i forti, dando maggiore libertà di circolare ai veicoli a motore, i cui guidatori secondo i dati Istat causano il 94% degli incidenti e il 98% dei morti, e forte coi deboli, restringendo viceversa le misure in favore di pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, che sono la maggior parte delle vittime nelle città."

Non solo norme peggiori, ma anche meno fondi per la sicurezza stradale. "Alla riforma del codice si aggiungono, infatti, i pesanti tagli della Legge di bilancio 2025, che riduce la spesa per la sicurezza stradale (-4,6 milioni € per interventi di sicurezza stradale e per l'educazione stradale, nella "spending review" del Ministero dei trasporti); azzera gli investimenti per la ciclabilità (-47 milioni € per le piste ciclabili urbane e -31,9 milioni € per le ciclovie turistiche); definanzia il capitolo "mobilità sostenibile e sicurezza stradale" del Fondo per lo sviluppo infrastrutturale del Paese (-70,3 milioni €); non prevede nessuno stanziamento per l'attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030, che vale 1,4 miliardi di euro. Tutte scelte gravi alle quali dobbiamo opporci" conclude la Ruocco.

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