La mediateca della Spezia ha accolto questa mattina un ex-campione del calcio italiano e argentino. Stiamo parlano di Oscar Massei, raccontato dalla penna di Enrico Menegatti, nel suo nuovo romanzo «Oscar Massei. L’oriundo, il capitano, l’esempio» presentato proprio nel centro culturale spezzino.
Massei è un uomo sorridente, disponibile e pieno di vita, che al risuonare dei suoi 90 anni appena compiuti, ha ancora accesa negli occhi una luminosissima luce mentre parla della sua più grande passione, il calcio, che lui rigorosamente chiama, Fútbol.
Nato a Pergamino, cittadina in provincia di Buenos Aires, Oscar ha iniziato a muovere i primi passi calcistici nel Rosario Central, una delle squadre più antiche d’Argentina e del Mondo. “I tifosi del Rosario Central non hanno eguali. La squadra avversaria prima di iniziare la partita, tra urla e petardi, sta già perdendo 1-0 o 2-0, sono incredibili”, ha raccontato ridendo Massei.
Una vita assurda, la sua. Prima la chiamata di Angelo Moratti e il suo arrivo all’Inter, dove ha militato tra il '55 e il '58, poi l’infortunio e l’infrangersi del sogno di indossare la maglia della nazionale italiana. Fino alla rinascita a Ferrara, nella sua SPAL che ricorda con tanto affetto.
Dopo il grave infortunio subito quando vestiva la maglia dell’Inter, cosa l’ha spinta a non mollare?
"Non ho mai mollato per passione. Sono venuto in Italia per giocare a calcio. Poi mi sono dovuto fermare due anni per regolamento dopo il durissimo infortunio e allora ho detto, torno in Argentina. Invece ho recuperato a Trieste in prestito e poi sono approdato alla SPAL che è stata la mia rinascita. A Ferrara ho cambiato ruolo e ho iniziato a giocare a centrocampo, potendo così mostrare il mio valore, nonostante non fossi al cento per cento. Quella città mi ha cambiato la vita, ho conosciuto persone meravigliose".
Massei, nonostante avesse visto sfumare per un soffio il sogno di indossare la maglia della nazionale italiana, dopo aver rinunciato a quella argentina, ha perseverato, combattendo per i suoi obiettivi.
“Come si sa, al tempo, nella nazionale azzurra, erano previsti tre posti specifici nella rosa: un oriundo, a cui ambivo, (ossia chi, nato e residente in una città o nazione, discende da genitori o antenati là trasferitisi dal paese d'origine), un fuori quota e uno straniero.
Convivevamo tutti insieme, provenendo da paesi diversi e questo ci ha ha fatto crescere con una mentalità aperta e sana”, ha voluto sottolineare lo storico capitano della SPAL.
Che consiglio darebbe ai giovani che sognano di approcciarsi ad una carriera sportiva?
“Bisogna avere passione come dicevo e poi ognuno ha le qualità che ha. C’è chi arriva in alto e chi no, ma chi ha dei buoni valori e gioca per passione prenderà sempre la direzione giusta”.
La vita del campione Italo-argentino è stata accolta e raccontata con grande maestria ed interesse da Enrico Menegatti, scrittore e giornalista.
Un libro che parla di sport, di vita e di sogni. Da che cos’è nata l’idea di raccontare questa storia?
“Io sono di Ferrara. Conosco la figura di Oscar Massei da quando sono nato ed è stato un personaggio che ha portato con sé la bellezza della città a livello calcistico. Quando l’anno scorso abbiamo presentato un altro libro legato alla SPAL, era presente anche Oscar e l’editore Minerva ha deciso di proporre a Rafael, suo figlio, e ad Oscar stesso, di poter scrivere della sua vita. Mi sembrava Impossibile che in 70 anni nessuno avesse pensato di raccontare una storia così incredibile".
"Da qui- ha aggiunto Menegatti- è iniziato il processo creativo di questa biografia, che ha a tutti gli effetti le sembianze di un romanzo. Viene infatti descritta la vita del protagonista, in terza persona, con un narratore che ne racconta man mano le vicende. Il personaggio conosce passato e presente del suo vissuto ma non il futuro. Oscar viene donato al pubblico come una figura reale con i suoi ideali e i suoi pensieri".
Qual è stato l’aspetto della vita di Massei che l’ha colpita maggiormente?
La semplicità. Un calciatore argentino viene solitamente visto come guascone, come fuori dalle righe. Lui invece emana una semplicità innata nel giocare a calcio e nel vivere la vita, ma soprattutto nel cercare di affrontare con la maggior determinazione possibile, tutte le tappe che la compongono.
Allo stesso modo, anche Massei ha deciso di aprirsi a questo percorso introspettivo, affidandosi alla professionalità di Enrico Menegatti.
Com’è stato decidere di regalare un pezzo della sua vita alla penna di Menegatti?
"Ho accettato di realizzare questo libro a patto che venisse mantenuta una promessa. Ho detto loro che avremmo realizzato il progetto solo se poi mi avessero portato dal Papa, per parlare di calcio. Ora aspetto questo", ha concluso con grande simpatia Massei.
Come si sa, Papa Francesco è un grande tifoso del San Lorenzo de Almagro, squadra contro la quale ha giocato al suo debutto, proprio Oscar Massei. Il Santo Padre ha assistito a quella partita da giovane spettatore sugli spalti della tribuna.