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Turismo alle Cinque Terre: problemi e possibili soluzioni, tra timori e speranze In evidenza

di Luca Erba - Intervista a Ruth Manfredi e Cristiano Fornelli.

Ruth Manfredi, newyorkese con doppia cittadinanza italiana, vive in Italia da 25 anni con suo marito Cristiano Fornelli. Sommelier, dal 2018 gestisce due case di proprietà a Vernazza con ospitalità personalizzata (cinqueterrevacation.com). E' Co-fondatrice e presidente di Save Vernazza ONLUS e fa parte del Direttivo della ProLoco VisitVernazza.

Francesco Cristiano Fornelli è CEO e Fondatore di Love5Terre, un tour operator specializzato nell'area delle Cinque Terre e zone limitrofe. Ha una laurea e un master in Scienze Turistiche; è Accompagnatore turistico e sommelier.

 

1- Si parla spesso del problema della Cinque Terre. Ciclicamente sulla stampa, anche estera, emerge la tematica di un territorio soffocato dai flussi turistici. Qual è la sua opinione nel merito?
Ruth Manfredi: "E' una questione vera. Nonostante ne parlino ormai ovunque, sulla stampa nazionale ed internazionale, sembra che solo qui non si siano accorti del problema. Oppure ne sono a conoscenza ma ci si accontenta di pulirsi la coscienza organizzando inutili convegni e dibatti sull'argomento. Il punto è che non si fa nulla o peggio non si vuol far nulla. Si ha il terrore di toccare la gallina dalle uova d'oro, questa è l'impressione".


2- Tra le varie ipotesi che in questi anni sono emerse dal dibattito politico c'è anche quella relativa al numero chiuso. Lei sarebbe favorevole?
Cristiano Fornelli
: "No. Non serve e sarebbe una misura che colpirebbe in modo indistinto. Si sa bene quale è il turismo che crea forte impatto sul territorio. E' sufficiente regolamentare solo quel tipo di turismo. Nello specifico mi riferisco ai tour giornalieri di gruppi numerosi come quelli che arrivano in bus da Firenze o dalle navi da crociera dal porto della Spezia o Genova/Savona/Livorno o ai gruppi itineranti che fanno sosta alle Cinque Terre prima di proseguire per la loro prossima destinazione. Un gruppo di 50 turisti ha un impatto diverso sul territorio rispetto a 50 turisti singoli. Non è la famiglia o il turista individuale o il piccolo gruppo di amici che costituisce il problema. 
Tutte le misure che sono state adottate, per lo più di carattere economico, e, giustificate adducendo la loro efficacia nel combattere l'overtourism, non hanno prodotto alcun risultato se non quello di un ritorno di immagine pessimo per la destinazione. Decidiamo una volta per tutte il numero massimo di gruppi ammissibili al giorno ed introduciamo sistemi di prenotazione obbligatoria per i tour operator che li portano e relativi controlli sul territorio con multe salatissime per chi arriva senza preventiva autorizzazion"e. 


3-  Inerente alla gestione dei flussi è opinione diffusa che ci vorrebbe una cabina di regia unica. Una proposta che vede nel Comune Unico uno strumento utile alla programmazione e allo sviluppo di politiche turistiche. Potrebbe essere una proposta efficace?
Ruth Manfredi: "Non vorrei più sentire parlare di gestione di flussi ma di regolamentazione dei flussi. E' tempo di passare dalle parole ai fatti. Il problema non è quale debba essere l'ente, più o meno allargato, preposto all'analisi del turismo e alla relativa messa in atto di adeguate politiche turistiche e strategie di medio lungo termine. Il problema vero è quello della mancanza di adeguate competenze. E questo prescindendo da quali strategie o politiche turistiche si ritiene più idoneo adottare. Per essere chiari, non è un approccio politico-ideologico che aiuta a risolvere questi problemi, piuttosto un'approccio pienamente consapevole e competente.

 

4- La sua esperienza da operatore del settore quale bilancio le fa fare della stagione 2024? Qual è l'identikit del turista che oggi arriva alle Cinque Terre?
Cristiano Fornelli
: "La mia sfida principale come operatore è sempre quella di riuscire a far apprezzare al visitatore questo magnifico territorio, nonostante tutto. Da questo punto di vista mi considero appagato, anche se è impresa sempre più difficile. L'identikit del turista tipo che oggi arriva alle Cinque Terre non può che essere quello del crocerista o del turista che viaggia in tour giornalieri con torpedone. Diciamo più interessato a un selfie con vista della Marina di Manarola o Vernazza che a scoprire gli elementi di autenticità del territorio. Una maglietta a poco prezzo con la scritta Cinque Terre o un paio di calamite con Punta Mesco o Monterosso da attaccare sul frigo vale il viaggio più di una bottiglia di Sciacchetrà fatta dal contadino".



5- Il calo della popolazione residente di questi anni evidenzia un campanello d'allarme: lo spopolamento e l'affermazione delle seconde case.... Quale potrebbe essere una ricetta, a suo modo di vedere, per invertire questo trend?
Ruth Manfredi: "Difficile pretendere che i residenti delle Cinque Terre ritornino ai propri paesi per poi rinchiudersi in casa perchè poi in strada non si riesce neanche a passare. Se ogni fondo commerciale che apre è destinato alla rivendita di souvenir piuttosto che a soddisfare le esigenze e le necessità di una comunità di residenti difficile è rimanere, ancor di più tornare. Macellerie, panetterie, trattorie tipiche e storiche scompaiono rimpiazzate da hamburgerie, friggitorie, pizzerie al taglio e negozi di souvenir. A Vernazza quest'anno ha aperto un nuovo negozio, proprio sulla strada principale, che vende opere d'arte fatte con l'iride del proprio occhio mentre si vocifera che anche la banca presto chiuderà. Bene ricordare che l'offerta turistica si adegua sempre alla domanda noncurante di tutte le conseguenze che ciò può determinare anche sul tessuto socio-culturale di un territorio. Una volta l'incontro col turista era un vero e proprio scambio interculturale, un'occasione di arricchimento sia per il visitatore che per il locale. Quando c'è meno frenesia, c'è più spazio per la curiosità e la scoperta del posto e delle persone. Per esempio, ho conosciuto Cristiano sul molo di Vernazza in modo completamente inaspettato nel 1995!"


6- Ragionando di futuro, lei come immagina le Cinque Terre tra vent'anni? La pressione dei flussi rischia di compromettere definitivamente la struttura orografica del territorio, già di per sé debole, o queste sono le teorie di chi vuole fare inutili allarmismi?
Cristiano Fornelli: "Seppur importante, più che l'aspetto orografico del territorio, quello che mi preoccupa di più per il futuro è la perdita definitiva di quei caratteri di autenticità che costituiscono poi il vero valore di un territorio, e, turisticamente, di una destinazione. Quando si usciva in mare qualche anno fa, si vedevano tanti gozzi con sopra famiglie, nonni e nipoti in giro lungo la costa a pescare e a fare il bagno. Oggi, si vedono solo boat tour e, meno male che ci sono, perchè almeno contribuiscono ad alleggerire la pressione che si percepisce a terra. Dello spopolamento dei paesi abbiamo già detto così come della perdita di importanti presidi storico culturali. Ormai se vuoi cogliere gli aspetti più veri e autentici di questo territorio devi superare i 300 m in altezza e aver voglia di affrontare un vero e proprio ritorno alle origini. La viticoltura rimane uno dei pochi elementi ancora autentici a cui potersi aggrappare per sperare in un futuro migliore. La viticoltura alle Cinque Terre è eroica anche per questo; perché è rimasta lì a difendere, ormai sola, la storia, la cultura di questa terra. 



7- Il vostro sogno nel cassetto da imprenditrice e da imprenditore del settore e del territorio qual è?
Il nostro sogno nel cassetto è quello di continuare a portare visitatori in questo magnifico territorio senza più il timore di poterli deludere.

 

 

 

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