Sono oltre 40 le pagine del ricorso dell'avvocaro Stefano Savi in Cassazione contro la decisione del Riesame di non concedere la revoca degli arresti domiciliari a Giovanni Toti. Le motivazioni del Riesame vengono definite dal legale "irragionevoli e contradditorie" e ai giudici viene attribuita una visione dell'interrogatorio "in termini inquisitori".
Stefano Savi contesta il persistere del rischio di reiterazione del reato, sostenendo che Toti "ha mostrato piena consapevolezza delle accuse a suo carico e dichiarato il proprio impegno a non porre più in essere le condotte contestate, ancorché ritenute inizialmente lecite, così da adeguarsi, in attesa del giudizio di merito, alla interpretazione della Procura".
Il legale contesta anche il "peso" dato alle intercettazioni, scrivendo che "ritenere gli elementi desumibili dalle intercettazioni come graniticamente certi" caratterizza "l'assenza di una base razionale dell'ordinanza. In realtà le intercettazioni hanno un contenuto interpretabile e, salvi alcuni elementi, non consentono mai di addivenire a un risultato ermeneutico sicuro".
Il ricorso in cassazione, però, potrebbe richiedere tempo e si potrebbe arrivare sino a settembre o anche ottobre per avere la sentenza.
ben prima, quindi, arriveranno la decisione di Toti in merito alle proprie dimissioni dallla carica di Presidente della Regione e quella dei PM sulla richiesta del giudizio immediato. Due scelte che potrebbero essere connesse.