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Già 36 i suicidi in carceri e CPR nel 2024 in Italia, "Indignarsi non basta" In evidenza

Avanzate alcune proposte per migliorare le condizioni dei detenuti.

L’iniziativa "Indignarsi non basta" è stata promossa dal Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e dalla Conferenza dei garanti territoriali delle persone private dalle libertà, con il sostegno del Comune della Spezia. L’obiettivo della conferenza è quello di chiedere interventi urgenti per migliorare le condizioni detentive.

Hanno partecipato il Sindaco Peracchini, l’Assessore comunale Manuela Gagliardi, Gaetano Brusa, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Genova, Michela Mencattini, magistrato dell’Ufficio di Sorveglianza di Massa, Agostino Codispoti, garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale della Spezia, Fabio Sommovigo, Presidente della Camera penale della Spezia, Raffaella Nardone, Vicepresidente della Camera penale della Spezia, Chiara Floris, Presidente della sezione della Spezia e referente ONAC Aiga - Associazione italiana giovani avvocati, Roberta Pompei, coordinatrice rapporti con il Parlamento europeo Aiga e Doriano Saracino, garante regionale per la Liguria dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive.

"È necessario che le Istituzioni intervengano per garantire dignità e tutela dei diritti umani in contesti detentivi, promuovendo il recupero e il reinserimento sociale dei carcerati affinché, una volta rientrati nella società, si riduca il rischio che commettano nuovamente reati, ma allo stesso tempo è fondamentale che si impegnino per il miglioramento delle difficili condizioni di chi lavora negli Istituti Penitenziari. La società a cui dobbiamo tendere deve basarsi su principi di inclusione sociale verso i più fragili, solidarietà e rispetto per ogni individuo", così il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini

"L'iniziativa promossa dal Garante Nazionale ed organizzata nei vari Comuni dai Garanti Regionali e Comunali, tesa a sensibilizzare le istituzioni ed i cittadini sulle condizioni di vita in carcere, è una campagna di comunicazione e di iniziative concrete molto importanti, sia per chi vive la realtà carceraria come detenuto che per chi la vive come lavoratore. Il Comune della Spezia ha voluto, attraverso l'istituzione del Garante comunale, partecipare e sostenere attivamente queste iniziative così da poter dare un segnale da parte della comunità cittadina di inclusione ed apertura a chi, pur avendo commesso degli errori, deve poter continuare a vivere in condizioni dignitose ed avere la speranza di potersi riabilitare. Perché purtroppo senza questa speranza è difficile riuscire a sopravvivere alla privazione della libertà personale", ha detto l’Assessore comunale Manuela Gagliardi.

La Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà si è espressa così: “Sono trascorsi due mesi dall'appello "Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti" con cui il Presidente della Repubblica invitava la classe politica del nostro Paese ad adottare, con urgenza, misure immediate per allentare il clima di tensione che si respira nelle carceri italiane, causato principalmente dal sovraffollamento, dalla carenza di personale e dall'inefficienza dell'assistenza sanitaria intramuraria. Con amarezza e grande preoccupazione, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali si trova a constatare l'indifferenza della politica rispetto all'acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti, rispetto al peggioramento delle condizioni di vivibilità nelle carceri italiane che, lungi dal consentire "quell'inveramento del volto costituzionale della pena", continuano a tradire i basilari principi costituzionali, europei e internazionali, su cui regge lo Stato di diritto e a umiliare, quotidianamente, la dignità umana delle persone ristrette. Abbiamo indetto su questo argomento una prima mobilitazione nazionale il giorno 18 aprile 2024. Ripetiamo l'iniziativa il 18 maggio, chiedendo soluzioni giuridiche immediate sia alla politica attraverso provvedimenti che riducano il sovraffollamento sia all'Amministrazione Penitenziaria attraverso provvedimenti che migliorino le condizioni di vita dentro le carceri. Alla società civile chiediamo invece una sensibilità che superi la visione carcero centrica.”

A fronte delle criticità emerse, sono state avanzate le seguenti proposte:

1. Approvazione urgente di misure deflattive del sovraffollamento, partendo dalla discussione e dall'approvazione parlamentare di misure immediatamente deflattive del sovraffollamento e facilmente applicabili, come la proposta, presentata dall'On. Giacchetti quale primo firmatario (AC 552), di modificare l'istituto della liberazione anticipata e prevedendo uno sconto di ulteriori 30 giorni a semestre, per i prossimi due anni, rispetto a riduzioni già concesse dal 2016 ad oggi (30 + 45).

2. Garantire l'accesso alle misure alternative ai detenuti che, tra quei circa 30 mila che stanno scontando una pena o un residuo di pena inferiore ai tre anni, si trovano nelle condizioni di potervi accedere. Di questi, 5.080 detenuti devono scontare appena 8 mesi di carcere.

3. Attenuare la circolare sul riordino del circuito della media sicurezza (DAP circ. n. 3693/6143 del 18 luglio 2022), visto che la maggior parte dei detenuti si trova a trascorrere circa 20 ore in celle chiuse. È necessario garantire diverse attività trattamentali: progetti di inclusione socio-lavorativa, attività culturali, ricreative, relazionali.

4. Risulta di importanza fondamentale il tema dell'affettività in carcere. La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali sottolinea che, ancora oggi, né in via amministrativa né in via legislativa si è inteso prendere posizione sulla sentenza auto applicativa della Corte costituzionale n. 10 del 2024 in tema di tutela del diritto all'affettività delle persone detenute e del diritto a colloqui riservati e intimi (senza controllo visivo). Occorre da subito, aumentare le telefonate e le videochiamate, soprattutto in casi specifici, perché questo rappresenta un ulteriore modo per tutelare l'intimità degli affetti dei detenuti.
Inoltre, occorre che la Magistratura di Sorveglianza si impegni ad aumentare i giorni di permesso premio per i ristretti.

 

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