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"Ondina 33 chiama Tenda Rossa": la storia del "Dirigibile Italia" spiegata ai ragazzi delle superiori In evidenza

L'evento, svoltosi questa mattina al Museo Tecnico Navale della Spezia, ha visto la partecipazione di 5 classi dell'istituto Capellini - Sauro

A quasi 100 anni dall'accaduto, la spedizione "Dirigibile Italia" risulta ancora tanto incredibilmente affascinante, quanto a rischio di interpretazioni distorte. Presso il Museo Tecnico Navale della Marina Militare della Spezia, cinque classi dell'istituto Capellini - Sauro hanno ascoltato la storia del tragico evento che sconvolse la nostra nazione nel 1928.

L'incontro odierno, chiamato per l'occasione "Ondina 33 chiama Tenda Rossa", è stato presentato dall'Ammiraglio Leonardo Merlini, Direttore del Museo Tecnico Navale, visibilmente emozionato: "Ondina 33, attualmente custodito nel nostro Museo, fu uno dei due oggetti che consentirono il salvataggio dei superstiti del Dirigibile Italia e venne realizzato qui alla Spezia".

L'evento è stato condotto dal dottor Marco Iezzi, Curatore Trasporti del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano, particolarmente entusiasta dal poter narrare «Una vicenda molto curiosa e interessante, piena di sfaccettature, nella quale stiamo provando ad immedesimarci attraverso i protagonisti, con l'obiettivo di far vivere l'esperienza che essi hanno provato nel 1928».

Il nome "Ondina 33 chiama Tenda Rossa", dato all'evento presentato stamani, racchiude il fulcro della narrazione su cui poggia tale drammatico e affascinante avvenimento. Il "Dirigibile Italia" raggiunse il Polo Nord e il 25 maggio 1928, durante il viaggio di ritorno, una forte tempesta lo fece precipitare sul pack (strato di ghiaccio marino derivante dallo sgretolamento della banchisa ndr). Mentre alcuni uomini morirono intrappolati nel pallone, una decina di superstiti precipitarono assieme a parte dello scafo.

La storia della "Tenda Rossa". All'interno dello scafo del dirigibile venne recuperato un sacco cilindrico contenente una tenda, immediatamente utilizzata dai superstiti come rifugio, che consentì loro di sopravvivere alle gelide temperature artiche. Di rosso questa tenda non aveva proprio nulla, in quanto bianca, color avorio. Di rosso venne, infatti, ricoperta dai sopravvissuti con l'anilina rossa, solitamente utilizzata per determinare la quota del dirigibile, in modo da rendere una struttura bianca immersa nel bianco della neve riconoscibile ai soccorsi. Da qui il nome "Tenda Rossa".

Ondina 33, un cimelio per il nostro territorio. Ondina 33 è l'apparato radiotrasmittente realizzato dalle Officine Radio Telegrafiche del Regio Arsenale Miliare Marittimo della Spezia nel 1928, gelosamente custodito nel Museo Tecnico Navale della Spezia. Tale strumento, che deve alle piccole dimensioni dell'apparato, consentì di inviare il segnale SOS, individuato prima da un radioamatore russo, poi dalla nave "Città di Milano", che riuscì ad individuare i superstiti. 

Il 12 luglio 1928 i sopravvissuti vennero salvati da una nave rompighiaccio russa, il Krassin, dopo ben 48 giorni di permanenza sul pack.

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