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Sarzanello, domani la commemorazione in memoria di Dario Capolicchio In evidenza

 Si terrà domani alle 12 a Sarzanello. 

Si terrà domani mattina la commemorazione per Dario Capolicchio, lo studente sarzanese assassinato nell'attentato del 27 maggio 1993 a Firenze, a soli 22 anni.

Alle ore 12 la deposizione del mazzo di fiori in piazza Capolicchio ai piedi della toponomastica, alla quale seguirà alle 12:15 circa, la deposizione del cuscino di fiori presso il cimitero di Sarzanello per conto della Città di Firenze. 

Dario Caplicchio, nato a Palermo il 29 settembre 1971, si era trasferito a Sarzana con la sua famiglia dove aveva concluso le superiori per poi frequentare la facoltà di architettura a Firenze. 

Sono anni difficili per l'Italia, ancora troppo sconvolta dalla strage di Capaci e di via D'Amelio non ha pace dagli attentati di cosa nostra. È la notte tra mercoledì 26 e giovedì 27 maggio 1993 quando un altro colpo arriva per lasciare l'intero paese senza fiato. Dario si trova a casa sua a Firenze, in via dei Georgofili in attesa di vivere la giornata successiva. È proprio lì che a due passi dalla Torre dei Pulci e sotto casa di Dario, una Fiat Fiorino imbottita di esplosivo era parcheggiata nel garage di Antonio Messana - successivamente condannato a 21 anni di carcere - esplode e sveglia tutta la città mettendo al cospetto di una tragedia irrimediabile. A perdere la vita insieme a Dario nell'attentato furono Fabrizio Nencioni, un ispettore dei Vigili Urbani di 39 anni, la moglie Angela Fiume, custode dell'Accademia dei Georgofili e le loro bambine, Nadia e Caterina, di 9 e 50 giorni di vita. 

Dopo anni di indagini, portate a termine anche grazie ai collaboratori di giustizia, tra cui Gaspare Spatuzza, nel 2008, il boss affiliato alla famiglia di Brancaccio racconta ai magistrati del suo coinvolgimento nella strage dei Georgofili, che spiega che quella strage era stata decisa in una riunione alla quale aveva partecipato lui stesso, alla presenza di altri boss di primissimo livello, come Giuseppe Barranca, Francesco Giuliano, Giuseppe Graviano, Francesco Tagliavia e Matteo Messina Denaro.  Antonio Messana, che ha sempre dichiarato di essere stato costretto dai boss e di essere all'oscuro di quello che stavano progettando, venne condannato poi nel 2003. 

 

Fonte della foto: Rete degli archivi "Per Non Dimenticare"

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