Il Cinema Il Nuovo di via Colombo rischia la chiusura poiché la proprietà dell’immobile, la Fondazione Cesare Pozzo, la società di mutuo soccorso milanese che lo ha acquistato circa 20 anni fa dall'Unione fraterna, con la clausola di lasciare il Cinema per due decenni, non sembra intenzionata a rinnovare il contratto d'affitto.
La Redazione di Gazzetta della Spezia ha incontrato il Direttore Silvano Andreini, grande appassionato di cinema.
Silvano, ci racconti di questo Cinema e come è nata la tua passione?
Il Cinema Il Nuovo, come risaputo, ha una storia nata tempo fa, molto prima della mia nascita. È stato cinema, sala ballo, sala convegni, e prima che nascesse l’edificio attuale, anche un teatro all’aperto, sulle quali scene si è esibita anche Eleonora Duse. In tempi più recenti, ha calcato le scene anche un giovane Roberto Benigni, quando nessuno ancora lo conosceva, e molti altri artisti.
La mia passione per il cinema in generale è nata semplicemente consigliando ad amici e conoscenti quale film andare a vedere, e nel tempo, sono diventato la “mascotte” del cinema spezzino. Di una cosa mi faccio un po' il vanto: la qualità alla lunga paga sempre e quindi ho puntato tutto su questo. Un giorno mi sono ritrovato dinnanzi ad una scelta: continuare o no la storia di questo Cinema. Ovviamente ho deciso per il sì, quindi ho iniziato questa avventura. Nel tempo, siamo riusciti a crescere e tenere botta, diventando un punto di riferimento per la città. Ho iniziato a fare progetti con le scuole e le dirette del Balletto e delle Opere, perché tante persone, chiaramente, non possono permettersi i costi di andare nei Teatri per vederli dal vivo. Quindi abbiamo installato un satellite, siamo passati dalla pellicola al digitale, riuscendo a superare il periodo pandemico, tenendo compagnia anche a tante persone anziane. Il Cinema è inoltre riconosciuto a livello europeo perché è entrato nella rete di “Europa Cinema”.
Passando alla vicenda dell’affitto dei locali, ci spiegheresti a che punto è la situazione?
Vogliamo arrivare a un tavolo di trattativa, perché ce lo chiede la città. Un cinema aperto 365 giorni l’anno, merita di continuare la sua esistenza, anche perché è visto come un punto di riferimento. Credo perciò che sia importante per noi dover resistere, e quindi, trattare per evitare che al posto di un luogo storico, culturale e attrattivo, possa venire un altro tipo di attività. Sono arrivate moltissime lettere, messaggi di solidarietà, e l’unità delle forze politiche. Parliamo di un presidio che, tutti i giorni, offre un qualcosa e quindi credo che dovremmo arrivare a delle trattative, perché sappiamo il valore di questo locale e continueremo a difenderlo per tutta la gente che viene al Cinema.
Quali sono le prospettive per il futuro?
Se tutto dovesse andare per il meglio (io credo molto nei sogni), la mia idea sarebbe quella di aprire questo spazio anche alle associazioni, in maniera che altre attività, per esempio gli artisti, possano trovare una loro casa e dare così vita a una “Casa della Cultura”. Questo sarebbe il nostro sogno, nonostante gli spazi ristretti, che possono ospitare 200 persone. Mi piacerebbe comunque che altre associazioni facessero delle proposte per mettere anche dei loro contenuti. Sarebbe una vittoria della città, conservando così un luogo iconico, storico e di riferimento per molti cittadini. Un posto che è nato così e che continueremo a difendere affinché resti tale.
“La resilienza non è una condizione ma un processo: la si costruisce lottando. Non smetteremo mai di sognare, forza per vincere, coraggio per non mollare, pazienza per persistere” ha scritto sui social Silvano Andreini.