Arrivata questa mattina in Piazza Mentana, la carovana dei diritti organizzata dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza contro il disegno di autonomia differenziata voluto dal Governo.
“Stesso paese, stessi diritti” è il titolo della campagna partita da Roma il 16 novembre scorso e che sta girando tutto il Paese; questa mattina appuntamento in Piazza Mentana alla Spezia, con parole, musica e teatro. L’attrice Susanna Sturlese ha letto brani di Erri De Luca e Piero Calamandrei, e Gloria Clemente con Alice e Davide Sinigaglia si sono esibiti in una performance tra musica e teatro.
“Flc Cgil è profondamente contraria al disegno di Legge Calderoli approvato dal Senato – dichiara Laura Scotti, Segretaria Generale Flc Cgil La Spezia – l’istruzione, diritto garantito dalla Carta Costituzionale, deve essere una su tutto il territorio nazionale: non siamo disponibili a permettere che vi siano situazione diseguali tra regioni e singoli territori”.
Il viaggio intrapreso dal camper dei diritti tocca tutte le regioni italiane e al termine del suo viaggio avrà percorso più di 30 mila km.
La Flc Cgil è profondamente contraria al disegno di legge sull’autonomia non solo perché è altamente divisivo e mina alle fondamenta il principio di universalità della scuola pubblica, ma perché il provvedimento si somma a quello sul dimensionamento scolastico che in Liguria provocherà la soppressione di 12 istituzioni scolastiche.
“La logica ragionieristica con la quale si affronta il tema scuola è sconcertante: far passare come efficientamento un provvedimento che ridurrà il personale scolastico e aumenterà quello degli alunni per classe è francamente una presa in giro che non si meritano né i colleghi della scuola né le famiglie” conclude la Scotti.
I MOTIVI DELLA CAMPAGNA
• Il diritto all'istruzione deve essere garantito ed esercitato in maniera uniforme in ogni angolo del Paese.
• Programmi, indicazioni e orientamenti sarebbero non più nazionali ma decisi dal singolo assessore regionale, che potrebbe cancellare o ridurre alcune materie e insegnamenti, compromettendo così il valore legale del titolo di studio.
• Gli organici del personale della scuola sarebbero alla mercé delle decisioni della singola Regione che potrebbe modificare anche l'orario e il calendario annuale.
• II Contratto deve essere e rimanere nazionale a tutela della retribuzione, dei diritti del personale, degli orari settimanali e annuali e della libertà di insegnamento che non sono diversificabili a seconda del territorio in cui si lavora.
• Questa riforma è il preludio alla privatizzazione della scuola pubblica così come già accaduto nella sanità in alcune regioni. Meno risorse e personale al sistema pubblico e spazio al sistema degli accreditamenti privati.
• II sistema di reclutamento deve rimanere nazionale: non sono accettabili modalità, procedure e condizioni di reclutamento diversificate per Regione.
• Deve essere garantito il diritto alla mobilità territoriale e/o professionale in tutto il Paese, che invece sparirebbe con organici e assunzioni differenziati Regione per Regione.
• La dirigenza scolastica dovrebbe piegarsi ai voleri dell'assessore di turno e non tutelare la libertà di insegnamento e le decisioni dei collegi docenti e in generale degli organi collegiali.