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Novantenne sventa truffa telefonica chiamando il vicino di casa poliziotto in pensione In evidenza

Arrestato dalla Polizia di Stato l'autore del reato. L'anziana, invece di denaro e gioielli, ha consegnato al truffatore una scatola di biscotti.

È stata un’operazione lampo quella condotta martedì 23 gennaio u.s. dalla Squadra Mobile della Questura spezzina che ha tratto in arresto, in flagranza di reato, un uomo resosi responsabile di un tentativo di truffa aggravata in pregiudizio di una persona anziana.

Nell’ultimo periodo è stato rilevato un forte incremento delle truffe telefoniche in danno di persone anziane, solitamente consumate ingenerando nelle vittime il timore di un pericolo immaginario ovvero l’erroneo convincimento di assecondare le richieste di un familiare in difficoltà. Il denominatore comune è che l’interlocutore, dopo aver vinto la diffidenza delle vittime, le induce a porre in essere atti per loro pregiudizievoli sotto il profilo economico.

Nell’ottica di prevenire questi insidiosi reati è stata anche effettuata una mirata campagna di informazione, che illustra le più diffuse tecniche utilizzate per consumare questo tipo di truffe, fornendo anche consigli per evitarle e raccomandando, in ogni caso sospetto, di contattare sempre il numero di emergenza “112”.

In questo caso le cose sono andate un po’ diversamente, ma l’intraprendenza di una novantenne ha permesso comunque agli uomini della Polizia di Stato di arrestare uno degli autori del tentativo di truffa.

Quel pomeriggio, la signora, che abita nel quartiere di Mazzetta, ha ricevuto una telefonata nel corso della quale le è stato riferito che il figlio era stato appena ricoverato in ospedale, che aveva contratto una forma molto aggressiva di Covid e che doveva effettuare immediatamente una cura molto costosa per salvarsi la vita. Per rendere più credibile il raggiro, le veniva passato al telefono il figlio, la cui voce filtrava attraverso il rumore dell’impiego di un finto apparato respiratore.

L’anziana, che nel recente passato aveva già subito un tentativo di truffa non andato a buon fine grazie all’intervento della Squadra Mobile, ha deciso in autonomia di assecondare le richieste del sedicente figlio, il quale le diceva di mettere in un sacchetto tutto l’oro di famiglia e tutti i contanti disponibili per consegnarli ad un incaricato della banca dell’ospedale che si sarebbe presentato, di lì a poco, sotto casa.

La donna, che si è resa immediatamente conto di essere vittima di un tentativo di truffa, con una scusa ha fatto credere all’interlocutore di aver urgente bisogno di andare in bagno mentre, in realtà, è uscita sul pianerottolo per avvisare il vicino di casa, ovvero un ispettore di Polizia della Squadra Mobile in quiescenza il quale a sua volta ha chiamato il Dirigente della locale Squadra Mobile, avvisandolo del tentativo di truffa in atto proprio in quel preciso momento.

In pochi minuti il personale della Squadra Mobile è arrivato sul posto, sia attraversando di corsa il Parco della Maggiolina che divide la Questura dal luogo dove si stava consumando il reato, che utilizzando autovetture con personale in abiti civili a copertura della zona, e anche a mezzo delle “Volanti” a copertura.

Non appena sul posto, il personale delle Forze dell’Ordine ha constatato che l’anziana vittima, senza neppure attendere l’arrivo degli investigatori, in autonomia stava già uscendo dal portone con una grossa busta, nella quale secondo le istruzioni ricevute per telefono avrebbe dovuto riporre denaro e preziosi da consegnare al presunto incaricato della banca.

Il personale della Squadra Mobile si è appostato nelle immediate vicinanze, pronto per agire rapidamente, restando tuttavia ad osservare la situazione che si stava svolgendo.

Trascorsi un paio di minuiti l’anziana è stata avvicinata da un uomo sulla cinquantina, il quale era già intento ad effettuare una telefonata con il proprio cellulare.

Avvicinatosi alla donna le ha passato il cellulare dicendole che era al telefono con il figlio il quale, durante il breve dialogo, le ha chiesto di consegnare il denaro ed i preziosi all’uomo, ribadendo che si trattava proprio dell’incaricato dalla banca.

Terminata la conversazione la donna, ha lasciato all’uomo la busta con la quale era uscita da casa, consentendo a quest’ultimo di allontanarsi.

Dopo poche decine di metri l’uomo è stato bloccato dagli operatori della Squadra Mobile appostati nelle immediate vicinanze e tratto in arresto.

Il sacchetto che avrebbe dovuto contenere l’oro, è risultato invece contenere una scatola di biscotti che l’anziana vi aveva in autonomia risposto, d’intesa con il poliziotto in pensione, simulando il volume del denaro e dei preziosi che le erano stati richiesti.

L’uomo, un quarantottenne cittadino ceco, stante la flagranza del reato di tentata truffa in concorso con altre persone da identificare, vista la gravità del fatto, commesso in pregiudizio di una persona caratterizzata da minorata difesa a causa dell’età, è stato tratto in arresto e messo a disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale della Spezia di turno, dott.ssa Federica MARIUCCI.

Sono tuttora in corso fattive indagini per identificare i complici del cittadino ceco arrestato.

All’esito dell’udienza di convalida odierna il GIP dott.sa Carolina GAGLIANO ha convalidato l’arresto disponendo la custodia in carcere dell’indagato.

Dai fatti come narrati, emerge ancora una volta l’importanza del fare “rete” a protezione delle persone anziane, dei più fragili o dei vulnerabili in genere, tra vicini di casa, amici e conoscenti, e quanto importante sia che la “rete” permetta una tempestiva trasmissione delle notizie alla Polizia di Stato.

Dalla vicenda, infine, emerge prepotentemente un’altra verità, conosciuta a tutti gli operatori delle Forze dell’Ordine, siano essi in servizio o in quiescenza: quando si diventa Poliziotti, lo si resta PER SEMPRE.

È fatta salva in ogni caso - in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea - la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, che possono far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede.     

 

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