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Discorso del Prefetto Inversini a tutti gli spezzini In evidenza

Riportiamo integralmente il discorso che il Prefetto Maria Luisa Inversini ha tenuto davanti alle telecamere di Teleliguria Sud ieri sera 31 dicembre alle ore 21:00

Accoglienza migranti, sicurezza, grandi opere, ecc moltissimi gli argomenti trattati dal Prefetto nel discorso di auguri agli spezzini; di seguito il testo  integrale della registrazione. 

Buona sera telespettatori e telespettatrici.

Spero che stiate trascorrendo queste festività in modo sereno ed in compagnia degli affetti più cari, nonostante i venti di guerra che soffiano su terre non lontane.

E’ fine anno ed è tempo di bilanci e di impegni per l’anno a venire.  Non posso non chiudere l’anno, senza ringraziare tutti coloro che con me hanno percorso questo pezzo di cammino: S.E. Il Vescovo, gli Onorevoli parlamentari; il Presidente della Provincia e Sindaco di Spezia, i Sindaci di Lerici e di Santo Stefano ed i Sindaci tutti, i vertici della Magistratura e delle Forze di Polizia, le associazioni datoriali e quelle sindacali, il personale della Prefettura e mi scuso sin da ora perché ho certamente dimenticato qualcuno.

Voglio, però, soprattutto ringraziare tutti coloro che hanno partecipato con me alla gestione degli sbarchi dei migranti – Caritas in primis e poi il 118, la Croce Rossa, i Vigili del Fuoco, Protezione Civile, l’Autorità di Sistema Portuale, la Sanità Marittima— e tutti gli spezzini che hanno donato vestiti, giocattoli e generi di prima necessità per accogliere al meglio queste persone.

Voglio quindi ringraziare non solo le istituzioni per la sinergia che ha consentito alla macchina organizzativa di funzionare benissimo nella gestione dell’emergenza, ma anche tutta la città perché ha dimostrato che Spezia c’è, ha un cuore pulsante in grado di farsi carico dei bisogni di tutti.

E’ da qui che bisogna partire per iniziare il nuovo anno nel migliore dei modi, dalla consapevolezza che siamo una comunità in grado di dare risposte concrete alle nuove fragilità, non solo quelle degli immigrati ma anche di quelle delle persone sole, senza lavoro, malate, anziane, ecc...

Il 2024 potrebbe riservarci nuove e diverse emergenze, sfide annunciate e sfide impreviste, ma è dal senso di unità – più forte della somma delle singole individualità – che si deve partire.

Sfide annunciate dicevo.

Sicuramente il 2024 sarà l’anno in cui molte grandi opere da tempo allo studio partiranno, cambiando il volto della provincia. L’impegno che, come Prefetto, prendo è quello di dedicare la massima attenzione a che siano assicurate le più elevate condizioni di sicurezza ad ogni lavoratore, perché non è accettabile morire sul luogo di lavoro nel 2024.

E’ mia intenzione, nel contempo, potenziare l’attività del Gruppo interforze perché le opere del PNRR, ma anche il Felettino, il WaterFront…costituiscano un momento di rilancio e non aprano la porta ad infiltrazioni pericolose da parte di organizzazioni di stampo mafioso.

Spesso, peraltro, tutela dell’economia legale e del lavoro regolare vanno di pari passo.

Ho voluto mettere al primo posto la lotta alla criminalità organizzata perché in questa provincia se ne parla poco, confidando sui robusti anticorpi che si sono sviluppati negli anni.

Ma nessun territorio è immune da questi rischi quando sono in arrivo importanti capitali, che lo rendono ancora più appetibile. Sono tuttavia ben consapevole che il comune cittadino concentra di più la sua attenzione sulla microcriminalità, che interferisce con la  sua vita quotidiana.

A conclusione di questi 12 mesi posso dire che i 358 furti in abitazione, i 16 scippi, i 384 borseggi, i 49 furti d’auto e i 53 di motocicli – tutti reati che vengono denunciati per ragioni assicurativi o documentali – continuano ad avere numeri irrisori, soprattutto se ai 220.000 abitanti della nostra provincia sommiamo i circa 5 milioni di turisti, che l’hanno visitata.

Tuttavia, devo riconoscere che le statistiche classiche sulla criminalità non danno conto di fatti di malcostume, direi “diversamente criminali” che caratterizzano la movida nei fine settimana nel centro di Spezia e Sarzana.

Queste manifestazioni di inciviltà, proprie soprattutto dei più giovani, – che talvolta assurgono a risse, ma che di norma non si traducono in comportamenti penalmente rilevanti – si ingenerano spesso senza un reale motivo, se non l’alcool che riempie un vuoto esistenziale, e danno un’elevata percezione di insicurezza, che vanifica il grande impegno che le Forze di polizia profondono ogni giorno nella lotta al crimine e che qui ringrazio per la presenza costante e discreta.

Le istituzioni della Spezia hanno firmato un “Patto Educativo” che deve produrre iniziative concrete perché questo disagio giovanile, che spesso di traduce in mala movida, è un fenomeno “meta criminale”, che non può essere affrontato solo con gli strumenti di polizia.

Chiamo tutte le istituzioni, che hanno sottoscritto il Patto, ad un rinnovato impegno perché è in gioco il futuro delle nuove generazioni, ben più che la vivibilità di alcune zone cittadine.

Insieme a cuore, la parola che deve caratterizzare il 2024 è “rispetto”. Non solo rispetto del pur sacrosanto diritto al riposo, ma rispetto l’uno dell’altro - delle sue diversità e delle sue unicità; rispetto dei compagni o delle compagne – che con noi percorrono un pezzo del nostro cammino – il quale, come raccontano i fatti di cronaca degli ultimi mesi, spesso viene meno, traducendosi in comportamenti violenti; rispetto del proprio corpo per scongiurare di cadere nella trappola della dipendenza da sostanze, come accade a molti giovani; rispetto dell’ambiente e del progetto di futuro che dobbiamo costruire per le nuove generazioni.

Chiedo a tutti coloro che hanno responsabilità educative a vario livello - genitori, insegnanti, educatori - di riscoprire questa parola e richiamare i giovani a questo valore primario, fondamento di ogni civile convivenza. Senza “rispetto”, anche la “legalità” indica solo un insieme sterile di norme.

Cari spezzini, vi auguro di cuore un 2024 “pieno di rispetto”.

 

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