Venerdì prossimo 20 ottobre, con inizio alle 21, si svolgerà alla Spezia, nella cattedrale di Cristo Re, l’annuale Veglia di preghiera missionaria diocesana.
La Veglia, che sarà presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti, rappresenta in diocesi il “cuore” del mese missionario e prepara direttamente alla giornata mondiale di domenica prossima 22 ottobre.
L’iniziativa è stata preparata dal Centro missionario diocesano insieme all’ufficio “Migrantes” e alla Caritas diocesana. Il tema conduttore della serata sarà quello scelto da papa Francesco per la giornata mondiale di quest’anno, “cuori ardenti, piedi in cammino”. La Veglia sarà arricchita dalla partecipazione dei giovani e delle giovani che sono protagonisti della pastorale giovanile diocesana. Offriranno inoltre la loro testimonianza suor Elisabetta e alcuni giovani che hanno vissuto con lei un’esperienza missionaria in Albania, e che all’inizio dello scorso mese di agosto hanno partecipato a Lisbona alla giornata mondiale della gioventù con la pastorale giovanile diocesana.
In preparazione alla Veglia, il Centro missionario, diretto da don Manrico Mancini e dal diacono Bruno Canese, ha preparato per giovedì prossimo un ulteriore evento, l’Adorazione eucaristica nella cappella di via Don Minzoni 56 alla Spezia. Il Santissimo Sacramento sarà esposto in cappella dalle 9 alle 18.
Tutti sono invitati ad unirsi alla preghiera, in base alla disponibilità di tempo. Suor Elisabetta Castellani, delle suore Figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli, ha partecipato, come detto, ad un campo di servizio missionario in Albania, nella regione di Scutari. Con lei, sedici ragazzi e ragazze delle scuole superiori della pastorale giovanile vincenziana del centro Italia, compresa la provincia spezzina. Il gruppo era composto anche da un seminarista vincenziano (Brice), da padre Francesco Gusmeroli della congregazione della Missione e da altre due suore (suor Gresi e suor Costanza).
Questo il commento dei partecipanti alla conclusione del “servizio” in terra albanese, che sarà riproposto venerdì con vivezza di testimonianza: “Al termine di questa esperienza possiamo dire che il Signore ha veramente toccato il nostro cuore e il cuore dei ragazzi. Siamo partiti cercando di liberare spazio e quello spazio è stato occupato da volti, nomi, storie, che oggi vogliamo riconsegnare a voi e a quanti ci vivono accanto. Noi cosa possiamo fare? La sofferenza più grande forse è rendersi conto che possiamo fare poco, spesso siamo impotenti davanti a certi sistemi politici e strutture sociali ma quel “poco” siamo chiamati a farlo: sicuramente è importante ‘denunciare’, parlare, coinvolgere e poi, nello stile vincenziano, con umiltà, semplicità e carità dobbiamo fare quello che fanno i Missionari e le Figlie della Carità in quella terra: esserci ....”.
