Il centro ricerche ENEA dell’ambiente marino di S. Teresa è impegnato in un progetto che mira a favorire il ripopolamento dell’“ostrica piatta” nel Golfo della Spezia.
Si tratta di un mollusco bivalve, nativo dell’Europa, denominato “Ostrea edulis”, più comunemente conosciuto col nome di ostrica o ostrica piatta.
L'ostrica piatta vive fino a circa 50 metri di profondità marina, e si aggrega in gruppi, formando i cosiddetti “reefs” o “beds”. Si tratta di vere e proprie barriere naturali, utili per mantenere gli ecosistemi costieri, in grado di ospitare tantissimi altri organismi, come piccoli crostacei o molluschi. Questi reef sono l’equivalente, alle nostre latitudini, delle scogliere coralline tropicali, per questo le ostriche sono chiamate "ingegneri ecosistemici”.
L’ostrica piatta si trova nel nostro mare, in particolare nella baia di Santa Teresa, fin dal 1800. Nel tempo, tuttavia, lo sviluppo delle attività costiere, nonché del porto militare e commerciale ed il cambiamento climatico, hanno modificato le condizioni locali, e la popolazione dell’ostrica piatta si è ridotta.
Caratteristica importante dell’ostrica piatta è il suo forte potere filtratore. Questo mollusco è in grado di favorire la pulizia delle acque marine. Da qui l’importanza della sua presenza nei litorali, oltre che per la conservazione dell’ecosistema marino.
Il progetto di ENEA consiste nella realizzazione e installazione di captatori per larve, che sono prototipi di “reef” realizzati utilizzando scarti dell’acquacoltura, quali gusci di mitili, e tessuti di origine naturali come fibre di cocco.
Obiettivo di ENEA è quello di favorire il ripopolamento dell’ostrica piatta nel Golfo della Spezia, nell’ottica di sostenere gli ecosistemi costieri e la biodiversità e nell'ottica del riciclo.
L’attività è condotta dall’ENEA in collaborazione con la Cooperativa di Mitilicoltori Associati e realizzata nell’ambito del progetto PNRR RAISE.
Oltre all’ENEA e alla Cooperativa Mitilicoltori Associati, collaborano all’attività l’Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale, l’AMA (Associazione Mediterranea Acquacoltori), la Fondazione IMC (Centro Marino Internazionale ONLUS), l’Università degli Studi di Milano Bicocca e il Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori (COMSUBIN) della Marina Militare.