Centoottantacinque chilometri separano La Spezia da Fossoli. Ottant'anni sono passati da quando i fascisti della Repubblica Sociale Italiana ne fecero un Campo di concentramento per ebrei. Dal marzo del 1944 furono le SS a utilizzarlo come Campo di transito, anticamera dei Lager nazisti. Solo nel 1984 il Campo di Fossoli, grazie al Comune di Carpi, è diventato il Museo nazionale della deportazione. La sua lunga storia restituisce una pluralità di vicende e memorie che rappresentano uno spaccato esemplificativo dei grandi temi storiografici del XX secolo, che il restauro delle baracche superstiti sta portando alla luce anche nelle tracce materiali.
Oggi è un luogo vivo di storia, incontro e formazione ed è proprio qui che l'ANPI Levante della Spezia, in vista delle celebrazioni del 25 Aprile, ha portato gli studenti della Scuola Media Carlo Cattaneo di Melara.
Le ragazze e i ragazzi, accompagnati dai professori Maria Izzo, Emanuele Giovinazzo e dai rappresentanti dell'ANPI sono stati accolti dall'Onorevole Pierluigi Castagnetti, Presidente della Fondazione Fossoli, e da guide esperte che li hanno accompagnati durante il percorso, sia a Fossolli che al Museo Monumento del Deportato di Carpi.
Un'esperienza sicuramente significati per i ragazzi che l'hanno condiviso con Aldo Mazzola, decano della sezione Levante dell'ANPI di Spezia. Proprio lui ha sottolineato l'importanza di questo viaggio. "Andare a Fossoli è per me un viaggio di ritorno nelle mie terre d'origine, perché proprio dalla provincia di Modena mio padre, antifascista, fu costretto a scappare, cercando rifugio alla Spezia dove sono nato io novant'anni fa. Andarci con gli studenti della Scuola media di Melara è ancora più importante perché solo così le giovani generazioni possono vedere con i loro occhi e analizzare in maniera chiara quelli che sono stati i segni tangibili di una dittatura feroce".
Oggi che i protagonisti e testimoni diretti della Resistenza sono sempre di meno e che il revisionismo storico si fa strada tra ammiccanti e strumentalizzazioni, diventa ancora più necessario fare ricorso alle fonti storiche oggettive e ai luoghi della memoria che sanno trasmettere più di tanti discorsi. A Fossoli c'è una sala dove le pareti, le volte e i soffitti sono scolpiti con i nomi delle migliaia e migliaia di vittime della barbarie fascista e nazista. "Di fronte a quei nomi di bambine, bambini, donne e uomini incarcerati, torturati e deportati è difficile pensare che i morti siano tutti uguali – sottolinea Federico Colombo, presidente della sezione ANPI Levante della Spezia - è la Storia che ce lo insegna."