Nelle prime ore della mattina di Santo Stefano, la Centrale Operativa della Questura della Spezia riceveva una richiesta di soccorso per una rapina avvenuta poco prima ai danni del dipendente di una sala scommesse del centro storico.
Gli equipaggi della Squadra Volante e gli operatori della Squadra Mobile, coordinati dai rispettivi dirigenti, giungevano rapidamente sul posto e raccoglievano le dichiarazioni dell’apparente vittima, la quale riferiva che al momento dell’apertura era stato aggredito da un soggetto travisato con mascherina e cappuccio: quest’ultimo, dopo averlo minacciato con un coltello e averlo colpito violentemente con dei calci, si faceva aprire la cassaforte collocata in una stanza dell’esercizio commerciale, asportando alcune migliaia di euro, per poi darsi alla fuga.
Sul posto, mentre venivano svolti accurati accertamenti da parte della Polizia Scientifica, gli operatori acquisivano ulteriori dettagli dalla vittima e visionavano le immagini delle telecamere di videosorveglianza, dalle quali effettivamente si notava la violenta dinamica narrata dalla presunta vittima.
Immediatamente venivano scaricate le immagini più nitide che ritraevano il presunto rapinatore e venivano divulgate a tutti gli operatori in servizio, che iniziavano una vera e propria caccia all’uomo; nel mentre la vittima della presunta rapina si recava presso il locale Pronto Soccorso dove gli venivano riscontrate lesioni giudicate guaribili in cinque giorni.
Poche ore dopo, in una via del centro, gli operatori della Squadra Mobile impegnati nelle frenetiche ricerche – volte anche ad evitare che si verificassero ulteriori fatti violenti nella giornata festiva – notavano un soggetto perfettamente corrispondente al ricercato: iniziava dunque un discreto pedinamento finalizzato a monitorare lo stesso e a fermarlo in sicurezza nel momento più opportuno.
Poco dopo tuttavia il soggetto veniva sorprendentemente notato mentre entrava nel palazzo dove risiedeva il dipendente della sala scommesse: grazie al lavoro coordinato tra gli operatori della Squadra Mobile impegnati nei servizi esterni e quelli impegnati all’interno della Questura nell’analisi delle telecamere di videosorveglianza e nella consultazione delle banche dati, si giungeva rapidamente ad accertare che in realtà i due soggetti – rapinato e rapinatore – erano fratelli.
Dall’analisi delle telecamere cittadine venivano in particolare scovati i due mentre – poco prima dell’apertura della sala scommesse – confabulavano nei pressi della stessa, evidentemente impegnati ad accordarsi sulle modalità della finta rapina.
Alle prime luci dell’alba scattava il blitz della Squadra Mobile nell’abitazione dei due fratelli, nel corso del quale venivano rinvenuti elementi inequivocabili tra cui i capi di abbigliamento utilizzati dal finto rapinatore; i due, dopo aver ammesso le proprie responsabilità, venivano inoltre trovati in possesso di tutto il denaro sottratto, che verrà prontamente riconsegnato al titolare della sala scommesse, ovviamente sorpreso per quanto avvenuto.
Al termine della redazione degli atti di rito, i due fratelli venivano denunciati all’Autorità Giudiziaria per furto aggravato, simulazione di reato e procurato allarme.