Undici anni di cambiamenti, rinnovamenti, paura, undici anni per cercare di dimenticare qualcosa che è impossibile dimenticare.
I centri più colpiti di quell'ormai lontano 25 Ottobre 2011 sono stati quelli di Borghetto Vara, Brugnato, Bonassola, Levanto, Monterosso, Vernazza, Vezzano Ligure (Piano di Vezzano), Aulla e Pontremoli. Tutti hanno visto la devastazione, tutti hanno visto la loro vita scorrergli davanti in un solo giorno, tutto è stato perso, così velocemente da non riuscire nemmeno ad accorgersene.
Nella prima mattinata la pioggia sulle zone è scesa ininterrotta, "ma come tante altre volte" ricordano gli abitanti di Vezzano. "Era una giornata di pioggia, ma come molte altre volte negli anni, nessuno si sarebbe mai aspettato un disastro del genere”. Dalle 15 in poi si iniziava a sentir parlare di inondazioni, Borghetto Vara, Brugnato e Aulla stavano vivendo il terrore, i canali iniziavano ad esondare, i tombini sputavano fuori acqua e fango. Persone, case e auto venivano spazzate via, inondate, infangate. Aulla era in preda al panico, le azioni delle persone erano dettate dalla paura, le macchine incastonate una con l'altra, edifici caduti e case distrutte. Il paese sarebbe stato devastato nel giro di poco tempo. Le strade in discesa di Monterosso e Vernazza si stavano trasformando in fiumi in piena che portano giù al mare tutto ciò che trovano. Il comune di Ameglia, alla foce del fiume Magra, guardò per la seconda volta il ponte della Colombiera crollare e uno yacht disormeggiato dalla furia del fiume che aveva colpito la campata centrale del ponte distruggendola.
Tra la gente si inizia a parlare, iniziano messaggi, foto e video, ma le linee di comunicazione sono interrotte, le comunicazioni sono difficilissime. Le televisioni locali parlano del disastro ma niente che faccia presumere una ripercussione sui paesi sottostanti. "Tutto per sentito dire", da una persona all'altra, nessuna allerta, nessun intervento preventivo.
Erano le 15.00 quando le valanghe di fango e acqua iniziarono a precipitare e scagliarsi contro i paesini e le abitazioni. In pochissimo tempo i torrenti affluenti dei principali fiumi sono diventati incontrollabili e sono esondati, portandosi dietro ogni tipo di detrito. L'effetto dell'onda di piena si è propagata ai maggiori fiumi, Vara e Magra, che sono dilagati rispettivamente nelle pianure intorno ai borghi. Sarebbero dovute passare altre sei ore prima che il tutto piombasse su Vezzano basso (Piano di Vezzano I II), dalle rive del fiume Magra, dove ancora oggi tutti sostengono che avrebbero potuto salvare molto, ma nessuno intervenne.
"Non abbiamo ricevuto nessuna allerta" - ricordano gli abitanti delle zone colpite - "avremmo potuto salvare qualcosa, ma quando ci abbiamo provato era troppo tardi", si sono visti precipitare addosso un'ondata che ha allagato e infangato tutto ciò che avevano.
A Vezzano basso erano le 20.00 circa quando un gruppo di 5-6 persone uscì di casa e si ritrovò sulla sponda del canale, ricordano "allungammo un piede per vedere se quello che vedevamo era la strada o l'acqua del canale, e quando toccammo l'acqua corremmo via per provare a salvare il salvabile".
"Ho fatto una corsa per avvisare i miei vicini che hanno una casa edificata sotto il livello del canale, stavano guardando la televisione ed erano tranquilli" nel giro di nemmeno mezz'ora la casa era inondata.
"Corremmo a casa per spostare ai piani più altri le nostre cose, mai ci saremmo aspettati che l'acqua arrivasse a più di un metro dentro casa. L'abbiamo vista entrare, abbiamo cercato di chiudere la porta, all'inizio stendendo a terra asciugamani per assorbire, ma nel giro di poco siamo dovuti scappare. Abbiamo faticato ad uscire e non volevamo lasciare la casa così" continuando "quando uscimmo l'acqua ci arrivava al petto e faticavamo a camminare, siamo saliti al piano di sopra e abbiamo visto la nostra casa dall'alto come fosse un enorme fiume".
"Stavamo per portare fuori le macchine quando il cancello elettrico si è bloccato e ci ha lasciati chiusi dentro, così abbiamo provato ad uscire dall'altro, che dà sulla strada verso il fiume, si apriva manualmente. Quando siamo arrivati in fondo un'onda d'acqua ha coperto il tetto dell'auto e i finestrini si sono aperti con il sistema automatico di sicurezza. Siamo usciti e ci siamo trascinati lungo la rete per non farci portare via dalla corrente".
La rabbia è ancora molta, le domande sono tante, il perché di questo evento non è ancora stato svelato, i risarcimenti tanto attesi e promessi non si sono mai visti. "Monterosso e Vernazza sono stati ricostruiti e sono come nuovi, non fosse per le foto non si direbbe quel che è successo, noi abbiamo dovuto vedercela da soli" ricordano a Vezzano, "nessuno parla di quel che è successo qui perché fortunatamente non è morto nessuno, ma ci siamo ritrovati senza più niente e con migliaia e migliaia di euro di danni. La nostra vita è cambiata. La cosa che nessuno ricorda e che in pochi sanno è che il costo dei lavori di ristrutturazione degli argini in località Vezzano 1° e 2° sono stati addebitati, dilazioni in 10 anni nella bolletta del canale lunense ai cittadini, che in quella tragica giornata hanno perduto tutto.
Una delle cose più strane ce la raccontano ancora a Vezzano, "Alle 18.00 sono andato verso il fiume a vedere la situazione, ho visto una pattuglia che andava via di corsa, dopo due ore è successo tutto". I dubbi su quella macchina dei carabinieri sono ancora i soliti di otto anni fa. "per qualcuno sarebbero bastati pochi minuti di anticipo per salvare il lavoro di una vita".
Hanno cercato risposte chiedendo al sindaco, che si presentò dopo più di una settimana nel paese a vedere i danni ma "fu una giornata piena di rabbia e urla".
Otto anni e ancora tutto è nelle mente delle persone, "ricordo il rumore dell'acqua che era arrivata al terzo scalino" dice Maria "e ogni volta che piove sento lo stesso rumore e mi fa paura". I giorni successivi sono stati i peggiori, sono stati il momento di realizzare ciò che era davvero successo, con la luce del giorno successivo la devastazione era visibile, e sembrava di vivere dentro un film.
13 sono le vittime di questa terribile giornata, e migliaia sono quelle che si porteranno dietro questi ricordi per sempre.
Il numero degli animali scomparsi non si è mai potuto contare, molti tra quelli che hanno i campi coltivati sulle sponde del fiume li hanno perduti.
Una bella storia ce la racconta Archimede il cui cane era nel suo campo vicino al fiume, con l'acqua la cuccia ha galleggiato e si è capovolta, facendo da barca al piccolo che è stato ritrovato il giorno seguente, vivo e spaventato.
Sono passati 11 anni da quel tragico evento che cambiò la vita di tutti i coinvolti, e ancora oggi nessuno ha avuto un risarcimento adeguato, "vedemmo molti giornalisti tra le nostre case quei giorni, e ci consigliarono di parlare, rilasciare testimonianze e far scattare fotografie, così avremmo potuto contestare un mancato risarcimento".
A luglio del 2019 è stato annunciato che non ci sarebbe stato nessun processo per gli indagati sul disastro dell'alluvione del 2011, lo ha deciso il Gip del tribunale della Spezia, Mario De Bellis, che ha archiviato il procedimento dopo aver dichiarato inammissibile l'opposizione presentata dalle parti offese.
Dopo undici anni, nessuno ci spera più, ma emotivamente, economicamente, e personalmente nessuno è più lo stesso dopo quel giorno. Le storie da raccontare sono tantissime, i ricordi vissuti sono difficili da descrivere, capire ciò che si è provato è impossibile. Il tempo è passato, ma niente si dimentica.
La paura torna ogni volta che il telefono squilla per comunicare l'allerta meteo "ora ogni volta che piove ci mettono in stato di allerta, e in molti casi nemmeno piove”, gli abitanti delle zone si lamentano delle troppo frequenti allerte, e si domandano il perché. Pioverà per tutto l'inverno e l'agonia dovrà essere costante? Oppure lo stato di allerta sarà così all'ordine del giorno da perdere il suo vero scopo, perché nessuno ci crederà più? Molti si chiedono perché un po' di pioggia debba necessariamente significare "allerta" se non si verificano condizioni particolari, forse il problema potrebbe essere quello della messa in sicurezza del territorio? Del letto del fiume, dei canali e della gestione? Questo rimane ancora resta un mistero.
Oggi si guarda fuori dalla finestra, il sole splende, tutto sembra lontano, soltanto un racconto, un'immaginazione, qualcosa che non è mai accaduto.