Comitato No Biodigestore, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune, Italia Nostra e Cittadinanzattiva bussano alle porte del nuovo ministero della “transizione ecologica” per chiedere un intervento d’autorità nei confronti del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, affinché desista dall’approvare in via definitiva il progetto Saliceti.
I comitati con questo non intendono interferire nella pianificazione regionale e provinciale, approvate nell'agosto del 2018 dopo regolare procedura di VAS. Anzi, l’intervento ministeriale è richiesto proprio perché quella pianificazione è stata disattesa e tradita dalla stessa Regione Liguria nella scelta del sito e nella portata. Il sito di Boscalino era stato indicato dalla stessa Recos (Iren) in sede di gara europea e dichiarato idoneo al termine della procedudi procedura di VAS a ospitare un digestore adeguato per capacità a chiudere il ciclo dei rifiuti nella provincia della Spezia e del Tigullio.
I movimenti invocano l'applicazione dell’art. 8 della legge 349 del 1986 che recita: “In caso di mancata attuazione o di inosservanza da parte delle regioni, delle province o dei comuni, delle disposizioni di legge relative alla tutela dell'ambiente e qualora possa derivarne un grave danno ecologico, il Ministro dell'ambiente , previa diffida ad adempiere entro congruo termine da indicarsi nella diffida medesima , adotta con ordinanza cautelare le necessarie misure provvisorie di salvaguardia”.
Nessuno in Conferenza dei servizi, neppure i consulenti di Recos, ha negato un possibile inquinamento della falda del Magra, tanto da prevedere dei pozzi di raccolta dellea cque inquinate e una sonda più a valle nel caso l’inquinamento minacciasse i pozzi di Fornola che riforniscono 150.000 spezzini. A Saliceti l’impianto verrebbe costruito addirittura intercettando la falda con le fondazioni e con le vasche di raccolta delle acque a una profondità compresa tra il metro e mezzo e i quattro metri a seconda della stagione. Comitati e associazioni fanno notare che la Conferenza dei servizi ha ignorato tutte le direttive europee sulle acque, che prescrivono l’osservanza dei principi di prevenzione del rischio e di precauzione nella tutela di un bene sempre più prezioso.
Se il ministero non interviene in un caso così clamoroso, verso quale “transizione ecologica” stiamo andando? Tanto più, scrivono i comitati, che le ultime, trionfanti, dichiarazioni dell’amministratore delegato di Iren Ambiente Eugenio Bertolini, secondo cui a Saliceti sorgerà un digestore da 120.000 tonnellate di rifiuti organici, confermano i sospetti che l’investimento annunciato da Recos di 50 milioni di euro per Saliceti nasconda un impianto idoneo a raccogliere Forsu anche da fuori regione con aumento dei rischi di danni ambientali, che pagherebbe tutta la comunità spezzina. Si ricorda che la nostra provincia, prima nella raccolta differenziata in Liguria produce meno di 30.000 tonnellate l’anno di Forsu.