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Con gli obblighi della pandemia torna ad emergere l’etica In evidenza


La pandemia tuttora in corso ha provocato cambiamenti profondi, per non dire vere e proprie fratture, all’interno della società, in Italia come altrove nel mondo.

La scuola, con il passaggio improvviso e spesso generalizzato dall’insegnamento “in presenza” alla didattica a distanza, è stato tra i settori più colpiti da tali cambiamenti, e gli insegnanti tra le categorie che più hanno dovuto fare i conti con un diverso equilibrio non solo pedagogico e didattico ma anche psicologico ed umano, che ha interessato e interessa non solo la struttura scolastica in quanto tale ma anche le singole famiglie.

Di qui la decisione dell’ufficio diocesano Scuola ed educazione, in collaborazione con l’ufficio per la Pastorale della salute, di porre a disposizione degli insegnanti di Religione cattolica un supporto - anch’esso rigorosamente online - per comprendere le conseguenze profonde di quanto sta avvenendo e per acquisire strumenti capaci di affrontare nel modo migliore le novità. Se infatti l’insegnamento non è soltanto una semplice “trasmissione” del patrimonio culturale del passato alle nuove generazioni, bensì un abilitarle ad affrontare con competenza le sfide del futuro, il dovere di chi insegna è quello di saper cogliere ed affrontare in maniera creativa i grandi mutamenti epocali.

Nelle settimane scorse abbiamo dato notizia del successo ottenuto, anche in termini di partecipazione, dalle prime tre sessioni di dialogo e di confronto, relative agli aspetti psicologici della didattica a distanza. Proprio a seguito del risultato positivo dell’iniziativa, l’ufficio diocesano diretto da don Giuseppe Savoca ha deciso di prolungarla di altre due sessioni, la prima delle quali si è svolta online ieri l’altro sera e la seconda sarà giovedì prossimo. Le due nuove sessioni sono dedicate alla dimensione sociologica dei cambiamenti in atto, ovvero alla loro incidenza, attraverso la scuola e la famiglia, sul complesso dei rapporti sociali.

A guidare gli incontri è stato chiamato Mario Salisci, docente all’Università di Genova e già anni fa docente di Religione alla Spezia. Alla base c’è un ebook proprio di Salisci, uscito di recente, “Covid Ground Zero: il nuovo Medioevo”: un titolo che in modo quasi provocatorio sottolinea la portata dirompente della pandemia, ma nel contempo apre la strada alla responsabilizzazione, in particolare per le persone credenti. Venerdì scorso Salisci è partito, come nel libro, da un richiamo a vicende della storia passata legati alla diffusione di epidemie, come quella di vaiolo che imperversò nell’impero romano tra il II e il III secolo. Le epidemie, le guerre, i cambiamenti sociali non sono mai nati dal nulla, inserendosi in percorsi storici spesso complessi.

Anche questa volta, il Covid ha accelerato processi già in corso, portando le persone, e in modo particolare gli operatori sociali come gli insegnanti, a ragionare su che cosa potrà accadere dopo. Il mondo post Covid, infatti - sostiene Salisci - sarà radicalmente diverso dal precedente. Ma non necessariamente in senso negativo, anzi.

I primi dati ci mostrano tendenze ad una società più attenta alla solidarietà tra le persone ed alla difesa della natura. Ma uno dei punti centrali è il riemergere, anche in Occidente, della centralità di un’etica solidaristica che nasce dagli obblighi e dai doveri da compiere. Va in crisi l’individualismo radicale, e questo configura un tempo propizio per l’annuncio dei valori del cristianesimo. Si tende a riscoprire i rapporti con la morale, la famiglia, la relazione. Il tema della relazione è proprio il tema fondante: tutto sta, osserva Salisci in linea anche con sue precedenti ricerche, ad impostare bene l’impegno educativo, con il dovere di testimonianza che ne consegue.

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