“Siamo così sbalorditi che quasi non crediamo che stia accadendo. Assistiamo a una serie di errori dovuti all’immobilismo della nostra amministrazione che ha portato ad una situazione ormai fuori controllo.
I numeri eccessivamente elevati di infermieri e personale sanitario positivi al virus hanno costretto alla chiusura di Otorino-Ortopedia per carenza di personale e non era certamente quello che ci aspettavamo.
Una particolare attenzione la merita ancora il reparto di Medicina della Spezia, dove i pazienti positivi al Covid continuano ad entrare ugualmente e senza nessuna misura cautelativa per i dipendenti che sono stati intimati dal capo area infermieristico a non indossare altro che una mascherina Ffp2 per non creare allarmismo in quanto deve continuare ad apparire, agli occhi dell’utenza, come un reparto pulito!
Continui trasferimenti in altri reparti è l’unica cosa che fanno i lavoratori. Per loro solo i tamponi di controllo (2) previsti dal protocollo di Alisa in caso di contatto e nessun altro accertamento cadenzato. Nessuna chiusura della Medicina per una più che necessaria sanificazione totale. In Neurologia un altro cluster da giorni ha portato un OSS ad infettarsi e il modus operandi dell’azienda è stato sempre lo stesso: trasferimento dei pazienti, una pulita veloce e ricominciare.
L’RLS del NurSind (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) ha chiesto spiegazioni per le mancate misure di sicurezza al responsabile del servizio di prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro: vogliamo misure idonee senza le quali la nostra Asl è destinata all’implosione.
Ed ancora il personale è a rischio e va protetto, chiediamo che nei reparti del Sant’Andrea della Spezia, vengano attivate tutte le precauzioni da ospedale Covid: basta fare finta che sia un ospedale pulito!
L’appello ora va alla politica, visto che nemmeno l’Ordine Professionale degli Infermieri, con le sue osservazioni alla direzione sanitaria di PO e alla struttura delle professioni sanitarie sulla massima attenzione ai dettagli organizzativi anche in termini di scrupolosa sanificazione degli ambienti, ha evidentemente ottenuto risposte, poiché ad oggi non vi sono novità da parte dell’amministrazione ed in più, si legge nella loro risposta alla nostra richiesta di ispezione, al fine di verificare se vi fossero gli standard minimi assistenziali nelle strutture della Spezia e se l’assistenza fosse garantita come previsto dalla normativa vigente, che “al momento non vi sono riserve di infermieri inoccupati”.
Ciò significa che se mancheranno ancora infermieri chiuderanno altri servizi. E allora chiediamo agli organi politici di attivarsi in Regione per salvare la nostra sanità: non vogliamo pensare che si conti solo sul vaccino come metodo per difendere il personale. Il 23 dicembre siamo scesi in piazza, infermieri e medici, davanti all’ospedale Sant’Andrea, voltando simbolicamente le spalle all’amministrazione per denunciare il mancato coinvolgimento del personale, le mancate assunzioni da marzo ad oggi, la mancata preparazione della struttura ospedaliera e la gestione dei pazienti, possiamo ancora rivolgerci al Prefetto ma è giusto che la politica, oltre noi, se ne occupi, non fosse altro che per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini che li hanno eletti: vogliamo e chiediamo urgentemente un concorso a tempo indeterminato per infermieri medici e OSS, altrimenti la cittadinanza se vorrà curarsi nella propria provincia dovrà affidarsi ai santi poeti o navigatori, poiché con questo management regionale i risultati sono stati veramente deludenti e le prospettive non ci sono proprio”.
Assunta Chiocca, segretario territoriale Nursind La Spezia