"Genova rinuncia a costruire un biodigestore. Lo hanno dichiarato i massimi vertici dell’Amiu (azienda genovese per la gestione del ciclo dei rifiuti) nel corso di un dibattito organizzato da Legambiente Liguria.
Il presidente Pietro Pongiglione e la direttrice di AMIU Tiziana Merlino hanno motivato la decisione con due argomenti. Il primo: il contratto di servizio che lega la Città metropolitana e il Tigullio ad Amiu scade il prossimo 31 dicembre. Non hanno certezza che venga rinnovato. Quindi non programmano investimenti in nuovi impianti. L’ultimo progettato è un impianto TMB per trattare l’indifferenziata, che vedrà la luce (forse) nel 2023.
Secondo motivo: la raccolta differenziata a Genova non decolla. È ancora al 34 per cento. La Forsu (cioè l’umido) è insufficiente per un biodigestore. La direttrice Tiziana Merlino è stata esplicita. Ha detto che la Liguria è piccola e che sul biodigestore si deve avere un approccio regionale, per non trovarsi con impianti sotto utilizzati e quindi inefficienti. AMIU fa affidamento sul fatto che il digestore lo fanno nel Levante ligure. Cioè alla Spezia, quello progettato da Recos a Saliceti per 90 mila tonnellate, il triplo del fabbisogno spezzino.
Se qualche politico o sindacalista spezzino nutriva dubbi che la nostra provincia fosse destinata a diventare sempre di più la pattumiera di Genova, è servito. I predicozzi che ci hanno somministrato fino a oggi il presidente Toti e l’assessore Giampedrone sulla necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti, li indirizzino a Genova e al Tigullio, loro che non hanno fatto nulla per sollecitare la raccolta differenziata nel genovese. Non impartiscano lezioncine a una provincia che ha già a Saliceti un impianto di trattamento di “secco non riciclabile”, autorizzato per 105 mila tonnellate l’anno, quando alla Spezia ne produciamo meno di 33 mila. Tutta la restante capacità dell’impianto TMB di Saliceti è al servizio di Genova, che ogni anno produce 250.000 tonnellate di indifferenziato.
Ai politici spezzini di Lega, Liguria Popolare, Cinque Stelle, Italia Viva, PD, LEU, E’ Viva, Sinistra Italiana e Rifondazione, che negli incontri avuti con noi condividevano le critiche al progetto di digestore a Saliceti, di passare dalle parole ai fatti.
Chiediamo loro di assumere, dove sono al governo, nei Comuni, in Provincia, in Regione iniziative per rivedere il Piano dei rifiuti, almeno per la FORSU, con l’obiettivo di riconsiderare il sito, a forte rischio idrogeologico e sismico, le quantità di organico da trattare e le migliori tecnologie da adottare in base alle esigenze della nostra provincia".
Comitato No Biodigestore, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune, Italia Nostra, Legambiente Cittadinanzattiva