C'erano i sindacati, i comitati e le associazioni, le lavoratrici Oss e la politica, per una volta unita, al corteo sui problemi della sanità locale e sulla costruzione del nuovo ospedale del Felettino.
Circa 600 per la questura, un migliaio per i sindacati (Cgil, Cisl e Uil) che hanno organizzato unitariamente la manifestazione, hanno attraversato la città dall'ospedale Sant'Andrea a piazza Mentana.
In testa al corteo, simbolicamente, gli operatori Oss che oggi rischiano il posto di lavoro. Ha partecipato alla manifestazione anche il sindaco Pierluigi Peracchini, che a Gazzetta della Spezia ha espresso tutta la sua perplessità sul comportamento dell'azienda Pessina, che nel 2015 ha vinto l'appalto per la costruzione del nuovo ospedale (proprio oggi l'azienda ha divulgato un cronoprogramma di ripresa dei lavori).
"Chiediamo che le risorse stanziate per il nuovo ospedale rimangano qui - ha detto Ghiglione - e che la costruzione e gestione della nuova struttura non vengano affidate ai privati. Vogliamo i fatti, quello che sta succedendo in queste ore, con un rimpallo tra azienda e Regione, pensiamo sia proprio il frutto di questa manifestazione. Chiediamo anche un potenziamento dei servizi sanitari sul territorio, l'abbattimento delle liste d'attesa e che i dirigenti dell'Asl non vengano scelti per fedeltà partitica".
In rappresentanza degli Oss, che oggi temono la perdita del nuovo posto di lavoro con il nuovo concorso per l'internalizzazione del servizio, ha parlato la lavoratrice Rosa Grassi: "Lavoro in ospedale dal 1992. La mia storia è simile a quella della maggior parte delle mie colleghe. Abbiamo dovuto lottare perché nel 2018 venisse riconosciuta la nostra qualifica di Oss. Con l'internalizzazione pensavamo che il nostro sogno si realizzasse, che venisse finalmente riconosciuta la nostra collocazione all'interno dell'azienda sanitaria. Invece il concorso pubblico è per noi oggi un forte elemento di preoccupazione. In questi anni abbiano sopperito alle carenze della sanità locale con la nostra professionalità. Siamo intenzionate a lottare per la nostra tutela occupazionale e pretendiamo che la nostra professionalità e la nostra anzianità di servizio vengano riconosciute nel nuovo bando di concorso".
