Prevenire è meglio che curare. Può sembrare la classica frase fatta ed abusata, ma così stanno le cose, per evitare malattie dolorose e potenzialmente mortali la strada maestra ha un solo nome: prevenzione.
Peccato che in Lunigiana la popolazione sia ancora, in gran parte, allergica agli screening per prevenire i tumori: basti pensare che lo screening per il tumore al colon, uno dei tumori più diffusi, viene effettuato soltanto dal 47% delle persone che vengono raggiunte dall’invito ad effettuarlo.
In questo caso a prevalere è la paura che venga diagnosticato qualcosa di brutto a chi effettua lo screening, paura che si salda con abitudini sbagliate tramandate in famiglia, ma, naturalmente, non è questa la strada da seguire se si vuole tutelare la propria salute.
E’ per questo che stamani, durante l’Assemblea dei soci della Società della Salute della Lunigiana, il presidente Riccardo Varese ha proposto che venga lanciata una più forte campagna di prevenzione, in collaborazione con l’Unione di Comuni Montana della Lunigiana, per fare qualcosa di concreto su questo delicatissimo tema.
Un tema che ha visto fra i suoi alfieri, nelle scorse settimane, il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini, il quale aveva chiesto che se ne parlasse proprio in sede di Assemblea dei soci della SdS Lunigiana.
Ed è quello che è successo stamani, con i dottori Baldi, Filippi e Vivani che sono entrati nei dettagli della problematica, cercando di rispondere a una domanda che fra la gente crea grande apprensione: perché in Lunigiana c’è un tasso di malati per tumore più alto rispetto alla zona di costa della Provincia di Massa Carrara?.
Innanzitutto perchè ci sono più anziani in Lunigiana rispetto alla zona di costa, quindi più persone che si ammalano; inoltre, qui c’è la più alta percentuale di obesi di tutta la Toscana, una situazione che rende urgente l’esigenza di cambiare i propri stili di vita per renderli più sani.
Occorre, però, anche considerare un dettaglio non marginale, ovvero il fatto che chi risiede qui e si ammala di tumore magari ha il proprio posto di lavoro fuori dalla Lunigiana in situazioni e in località certamente meno salubri, come le vicine aree portuali ad esempio.
Ma c’è anche il caso del Comune di Podenzana, dove l’incidenza dei tumori nelle donne è più basso rispetto al resto della Provincia di Massa Carrara.
Dall’Assemblea dei soci della SdS Lunigiana è anche emersa l’esigenza di avere qui un hospice, come la struttura della Fondazione Don Carlo Gnocchi a Marina di Massa, dove vengano fornite cure palliative a pazienti terminali, in un’atmosfera di grande calore umano e di familiarità.
Ma qual è la fotografia della Toscana sui principali tipi di tumore?
In base alle proiezioni fondate sui tassi d’incidenza più recenti, in Toscana il tumore più frequente, in termini assoluti, è quello del colon-retto (3mila e 650 casi nel 2018), seguito dalla mammella (3mila e 400), dal polmone (2mila e 900) e dalla prostata (2mila e 700).
In totale sono circa 12mila e 900 le nuove diagnosi attese nel 2018 tra gli uomini (627 ogni 100mila abitanti) e 12mila quelle tra le donne (482 ogni 100mila abitanti).
Rispetto alla media dell’Italia centrale, tra le donne si rilevano maggiori criticità.
Le toscane hanno, infatti, una maggiore incidenza di cancro del colon-retto, della mammella, del polmone, della cute e della vescica, mentre gli uomini hanno una maggiore incidenza del tumore della cute.
Lo scenario toscano è simile o migliore di quello italiano per quanto riguarda la sopravvivenza e la mortalità per tumore.
Le uniche criticità riguardano l’incidenza di alcuni tumori nelle donne , in particolare polmone e cute per entità della differenza rispetto alla media dell’Italia centrale e frequenza della casistica.
Difficile quantificare quanto di questa differenza possa dipendere da una maggiore efficienza del sistema toscano nel diagnosticare precocemente la patologia, mentre è indubbio il fatto che si tratti di due sedi tumorali sulle quali è possibile intervenire efficacemente anche con campagne di prevenzione primaria (fumo ed esposizione solare in primis) per cercare di diminuirne l’incidenza.