La Adelmi, 41 anni, sposata, due bambini, dal 2008 gestisce a Varese Ligure l'azienda a indirizzo zootecnico-biologico precedentemente condotta dai genitori (storici soci Coldiretti). L'azienda ha circa quindici vacche, si struttura su cinquanta ettari e produce 200 quintali di latte all'anno, che vengono interamente conferiti alla Cooperativa casearia di Varese (di cui l'impresa zootecnica della Adelmi è socia).
"Sono nata e cresciuta nella realtà agricola condotta dai miei genitori - spiega Cristina Adelmi - Prima di occuparmi dell'azienda zootecnica di famiglia, ho svolto diversi lavori, anche fuori regione. Esperienze che non c'entrano con l'agricoltura. Però quando sono nati i miei bambini, ho sentito l'esigenza di dare loro un'infanzia simile alla mia. Ho avvertito un vero e proprio richiamo della terra. E così è cominciata l'avventura con l'azienda agricola".
La neo delegata Adelmi è pronta a svolgere l'incarico in Coldiretti con determinazione. "In quello che faccio metto sempre passione e impegno, lavorando con precisione - spiega - Mi piacerebbe lasciare un segno tangibile per il mondo agricolo femminile. Per esempio, nell'ambito dell'agricoltura sociale, in tutti i suoi aspetti. Con la consapevolezza che il lavoro agricolo ha un naturale risvolto sociale: pensiamo a quanto è importante per la cura del territorio, o alla grande responsabilità di fornire prodotti che finiscono sulle tavole dei consumatori. Prodotti dietro ai quali ci sono cultura, valore e tradizioni. Fondamentale anche la collaborazione con le scuole, attraverso l'educazione alimentare, agricola, al consumo consapevole, al riconoscimento dei prodotti, alla valorizzazione di quelli di stagione. Mi piacerebbe inoltre portare avanti un progetto, di cui già stiamo parlando, finalizzato alla realizzazione di un orto all'ospedale Gaslini, per il benessere dei giovani pazienti della struttura".
Cristina Adelmi sarà in prima linea anche per combattere quell'alone di prevenzione che le donne devono ancora scontare in agricoltura, anche a dispetto dei numeri: basti pensare che in provincia della Spezia il 35% delle imprese agricole è rosa. "Purtroppo ancora oggi le donne in agricoltura - dichiara la neo delegata provinciale di Donna Impresa Coldiretti - sono viste come qualcosa di strano. Come se non potessero svolgere appieno le attività richieste dal settore. Non è assolutamente così, e lo dico io che ho un'azienda zootecnica, che chiede anche significativi sforzi fisici. Le donne sono e devono essere consapevoli delle loro potenzialità in agricoltura. Del resto sono sempre di più quelle che per scelta - e non per necessità, come magari accadeva una volta - si dedicano al mondo agricolo. In questo senso è decisivo portare avanti la formazione per le donne in agricoltura, in particolare per quanto concerne la zootecnia".