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Si può parlare di overtourism alle Cinque Terre? In evidenza

 Ecco sa è emerso dall'analisi realizzata dal Dipartimento d'Economia dell'Università di Genova.

Si può parlare di Overtourism nel contesto delle Cinque Terre? A questa domanda ha cercato una risposta l'analisi realizzata dal Dipartimento d'Economia dell'Università di Genova su proposta di Cna Liguria presentata nell'ambito di un evento sul tema che si è svolto al Castello di Riomaggiore. Quanto emerso dallo studio universitario non definisce sul territorio una dinamica di questo tipo sui dodici mesi dell'anno, ma identifica un problema relativo ad alcuni singoli periodi. Quanto emerso dallo studio dell'Università solleva però altre problematiche come la mancanza di condivisione e trasparenza su dati e la necessità di pensare ad un unico sistema di gestione delle prenotazioni, altrimenti difficilmente si possono gestire le presenze.

L'analisi nasce dalla convenzione in essere tra Cna Liguria e il Dipartimento di Economia dell'Università di Genova. La tesi lavora sui dati del 2022 effettuando un'analisi analitica (dati raccolti dagli enti comunali, Osservatorio Regionale ecc.), e qualitativa attraverso questionari rivolti alle amministrazioni comunali del territorio, nonché un Focus Group con alcuni imprenditori CNA locali che hanno partecipato attivamente per analizzare assieme le maggiori difficoltà che chi lavora nel territorio affronta quotidianamente. Lo studio è di fatto un elemento in più a supporto della valutazione del problema, donato da Cna Liguria alla comunità delle Cinque Terre e agli enti e alle istituzioni. La tesi è stata presentata dalla professoressa Claudia Burlando del Dipartimento di Economia dell'Università di Genova e Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica i trasporti e le Infrastrutture e dal dottor Tiziano Pavanini, assegnista di ricerca del Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica i trasporti e le Infrastrutture Università di Genova.

"La questione sarebbe facilmente superabile dalla volontà reale di quantificare le presenze – commenta il Presidente Cna Massimo Giacchetta - per poi arrivare ad un'unica e sola piattaforma di prenotazione. Questo territorio è un bene prezioso, Parco nazionale e Patrimonio Unesco, va tutelato e goduto. Non si merita decisioni imposte. Va tenuto conto, come detto, che i titolari d'attività in questi borghi sono i residenti, sono le comunità stesse dei paesi. Dobbiamo essere cauti e rispettosi di tutti gli elementi che lo compongo, anche a livello sociale. Per questo occorre fare valutazioni su base scientifica come realizzato con l'Università di Genova. Tenendo conto che ogni singolo studio e approccio che si basa sui singoli confini amministrativi risulta parziale e non in grado di gestire al meglio il tema. Emerge che occorre prima recuperare i dati su presenze, flussi, mobilità e poi trovare delle modalità di gestione e tariffazione. È stato fatto il contrario. La sperimentazione in atto su Venezia - con tassa d'ingresso per un totale di 29 giorni 'rossi' l'anno - potrebbe rappresentare una valida proposta. Si dovrebbe incentivare chi soggiorna e fa trekking e allunga la sua visita sul territorio. Al momento, non possiamo permetterci ulteriori rinvii rispetto a quanto già richiesto dalle associazioni di categoria in rappresentanza degli operatori, chiediamo una diminuzione delle giornate rosse e l'esclusione dagli aumenti tariffari delle Cinque Terre Card con validità più giorni perché rappresenta un incentivo al turismo stanziale rispetto alle presenze di giornata".

"Il nostro intento era quello di capire se si potesse o meno parlare di Overtourism, se i dati che noi e tutti gli enti hanno in questo momento, sono sufficienti per poter portare avanti un'analisi di questo tipo e dunque in seguito costruire un progetto politico che vada a limitare l'ingresso al Parco -. Spiega Valentina Figoli, coordinatrice di Cna Turismo La Spezia -. La tesi, dunque, parte dal presupposto di capire e analizzare i dati presenti, comprendere se sono sufficienti ed eventualmente affrontare possibili soluzioni o suggerire primi passi da fare da parte degli enti, anche analizzando le modalità utilizzate in altri contesti italiani, europei ed internazionali. Lo studio non deve essere considerato un punto di arrivo, ma un punto di partenza".

 

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