Oggi, venerdì 26 gennaio nella sala riunioni della sede della Direzione Generale di ASL5 alla Spezia si è tenuta la presentazione della donazione di un lettino tecnologicamente avanzato fatta al reparto di Chirurgia Generale dell’ospedale Sant’Andrea della Spezia e destinato all’ambulatorio delle stomie. Il lettino, donato dall’associazione “Il mondo dei fari”, è stato acquistato con fondi raccolti attraverso la vendita del libro “Un passo oltre alla tempesta alla ricerca dell’arcobaleno” scritto dall’ex paziente Alessandro Camaiora.
Presenti all’incontro: Paolo Cavagnaro, Direttore generale di ASL5, Cosimo Feleppa, Direttore f.f. S.C. Chirurgia Generale di ASL5, Alessandro Camaiora, Consigliere associazione “Il mondo dei fari”.
IL REPARTO
La S.C. di Chirurgia si occupa della patologia benigna e maligna oncologica del tratto gastroenterico (neoplasie dell'esofago- stomaco, colon, retto), della patologia benigna e maligna degli organi solidi. Sono altresì eseguiti interventi di parete (ernie e laparoceli) e proctologica (emorroidi, ragadi e prolassi).
All’ospedale Sant’Andrea vengono eseguiti interventi di chirurgia maggiore (ad alta complessità) ed interventi di chirurgia a media e bassa complessità su pazienti fragili o con multiple comorbidità. Il resto della chirurgia a bassa e media complessità viene eseguita all’ospedale Sam Bartolmeo di Sarzana in collaborazione con i chirurghi della SSD di Chirurgia multispecialistica.
L’attività chirurgica copre tutte le urgenze/emergenze garantendo una gestione h 24 delle stesse 7 giorni su 7 collaborando, lì dove necessario (occlusioni intestinali da tumori, calcolosi coledocica, sanguinamenti addominali post-traumatici, neoplasie delle vie biliari) con i servizi di endoscopia e radiologia interventistica.
Il tratto distintivo della chirurgia che opera al Sant’Andrea è sicuramente rappresentato dalla Chirurgia Laparoscopica, ossia una chirurgia che non prevede più il classico taglio sull’addome del paziente ma viene condotta con accessi mini invasivi e l’utilizzo di nuove tecnologie. I risultati di questa metodica, rispetto alla chirurgia tradizionale, sono rappresentati da un minor traumatismo per il paziente, un tempo di ospedalizzazione limitato, un recupero più rapido, una riduzione importante delle cicatrici che salvaguarda l’estetica, un rischio più limitato di complicanze intraoperatorie.
Da qualche anno durante gli interventi viene utilizzata l’immunofluorescenza con verde di indocianina, una tecnologia che permette di valutare la vascolarizzazione dei tessuti nonché di aiutare i chirurghi nella ricerca ed asportazione dei linfonodi durante gli interventi di chirurgia oncologica.
I DATI
Il 2023 è stato un anno che ha visto il raggiungimento di importanti traguardi.
83 pazienti sono stati trattati per neoplasia del colon retto con una mortalità a trenta giorni, per quelli in elezione, pari allo 0% (la media nazionale si attesta intorno al 4%) e che ha superato di poco l’1% per i casi in urgenza.
Altro risultato importante è stata la penetranza della laparoscopia nel trattamento delle neoplasie in elezione che sfiora il 100% contro una media nazionale del 50-55% e che varia molto sul territorio nazionale dal 18 all’80%.