L’Amministrazione Comunale di Porto Venere rende omaggio alla memoria della concittadina Luciana Ribolini e le intitola una scalinata nel borgo di Porto Venere, con inizio da Via della Chiesa e termine in Via dei Mulini, che d’ora in poi sarà denominata “Scalinata Luciana Ribolini”.
Luciana Ribolini si è distinta nel campo sociale per atti di solidarietà e dedizione alla comunità portovenerese: una vita vissuta a Porto Venere, il paese in cui era nata nel 1933, e dedicata alla famiglia, al lavoro e al servizio della collettività.
La volontà dell’Amministrazione è condivisa dalla cittadinanza, che nel fornire una descrizione della vita e della personalità della Sig.ra Ribolini ne testimonia le alte qualità umane e morali oltre l’importante contributo reso alla collettività.
Numerose le testimonianze dei portoveneresi, che la ricordano con grande stima e affetto. Prima fra tutte quella del primo cittadino: “Era doveroso da parte dell’Amministrazione comunale rendere omaggio alla nostra concittadina Luciana Ribolini. Una grande lavoratrice, una donna che amava il suo paese e che si è messa a servizio dell’interna comunità. Un esempio per tutti noi e per le nuove generazioni.”
Qui di seguito altre testimonianze e ricordi degli abitanti del borgo:
“Luciana era una persona testimone di fede e di carità autentiche. La sua sensibilità la portava a rispondere, spesso in silenzio, ai bisogni di tanti portoveneresi: in particolare si prendeva a cuore gli ammalati, sia visitandoli in ospedale, sia aiutandoli nella cura in casa. La custodia delle nostre Chiese parrocchiali, San Lorenzo e San Pietro, è stata un’altra opera cristiana e comunitaria che Luciana ha compiuto, con impegno giornaliero, per molti anni, nel solco di una tradizione familiare vissuta nell’intensa devozione per la Madonna Bianca”, ricordano Carmen Luciano e Luigi Guida.
“Luciana era profondamente religiosa, ma la sua fede era illuminata dalla generosità e dalla carità...le diciamo grazie di cuore per il meraviglioso ricordo di quei suoi valori umani che in questi tempi oscuri sono minacciati da egoismi e da individualismi.”, scrive Giuliana Calvellini Barsanti.
“Luciana era per tutti la sacrestana di San Lorenzo, ma soprattutto di San Pietro...alla mattina presto si vedeva da lontano una donna che correva a San Pietro per aprire, pulire, togliere e ripristinare le candele. La sua giornata era sempre dedicata alla famiglia, al lavoro, alla chiesa e quando occorreva anche alla comunità. Luciana ci ha e mi ha lasciato un’eredità di bei momenti, sì di lavoro e a volte anche faticoso...lei era il nostro punto di riferimento, di donne così ce ne vorrebbero a dozzine per la comunità...Luciana se n’è andata ma il suo ricordo non potrà mai essere cancellato. La comunità di Porto Venere è più che orgogliosa di dedicare un luogo del nostro borgo che lei ha tanto amato. Luciana mi manca e manca alla comunità, alla parrocchia ed è sempre stata la nostra roccia.”, ricorda Vittorina Simony.
“Fin da bambina Luciana era iscritta nell’azione cattolica e tutte noi eravamo molto attive ...nella nostra vita abbiamo fatto tante cose per la parrocchia, ma anche per il paese. Donne come Luciana, amorevole, orgogliosa e forte ce ne sono poche e io sono contenta di aver passato una vita con lei.”, scrive Antonia Turano.