Ha destato sconcerto che il Dpcm del 26 aprile non abbia fatto alcuna menzione a una possibile data di riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica. Il settore con 135mila imprese e oltre 260mila addetti partecipa in maniera determinante all'economia italiana. Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto. Nello scenario di crisi socio economica nazionale, il settore del benessere e dei servizi alla persona, quali estetica ed acconciatura, si trova ad affrontare ulteriori difficoltà dovute alla natura stessa della categoria: si tratta, infatti, di piccole imprese che vivono di liquidità corrente. Sono state tra le prime attività ad essere costrette a chiudere e saranno le ultime a riaprire poiché la prestazione di lavoro si basa sul contatto diretto con il cliente.
Una volta che le aziende del settore potranno riprendere le attività dovranno far fronte a una significativa perdita economica, aggravata dalla necessità del rispetto delle norme di distanziamento sociale (sarà necessario regolare i flussi di persone all'interno dei locali, anche attraverso turnazione dei dipendenti) e dal sorgere di nuovi costi per DPI e sanificazione degli ambienti di lavoro. Nonostante le difficoltà le imprese del settore, con il supporto di Cna, stanno lavorando ad un codice di autoregolamentazione per gestire al meglio il rapporto con il cliente, nel pieno rispetto del protocollo nazionale di sicurezza firmato dalle parti sociali. Per questo Cna La Spezia ha già richiesto a diversi comuni della Provincia spezzina che, al momento della ripresa, venga abrogata, per tutto il periodo che sarà necessario a ristabilire le normali condizioni ante Covid-19, l'obbligatorietà del giorno di chiusura settimanale e della chiusura domenicale. La richiesta è stata inviata ai Comuni di: La Spezia, Sarzana, Lerici, Portovenere, Ameglia, Arcola, Santo Stefano Magra, Luni, Vezzano Ligure, Bolano, Levanto e Follo. La richiesta è già stata accolta positivamente dal Comune capoluogo.