“Abbiamo analizzato le priorità per questa regione e ho indicato alcune urgenze infrastrutturali”, ha commentato il Presidente della Regione Liguria a margine dell’incontro con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, avvenuto oggi a Genova dopo l’inaugurazione del Salone Nautico. “Bisogna sbloccare il passante ferroviario di Genova nominando un commissario: siamo disponibili al confronto poiché occorre un’intesa forte con la Regione e l’opera è direttamente collegata al Terzo valico. Quest’ultimo infatti sta marciando nei tempi previsti e abbiamo un tempo molto limitato per allineare le due opere e consentirne l’apertura in contemporanea”.
“La questione del raddoppio di Ponente non è più rinviabile: ho chiesto che venga programmata nel piano degli investimenti di RFI per il prossimo quadriennio. Penso che sia un’opera a portata di mano, che richiede alcune centinaia di milioni per i prossimi anni e su cui RFI è già piuttosto avanti sullo studio di fattibilità. Soprattutto è uno spreco assurdo aver raddoppiato quasi tutta la linea e aver lasciato un collo di bottiglia che ne vanifica gran parte degli effetti positivi”.
“Sul fronte opposto c’è la Pontremolese. Il porto della Spezia è già un’eccellenza italiana per la quantità dei volumi che mobilita attraverso il ferro, se avessimo la Pontremolese potrebbe fare molto di più. È un’opera che interessa anche la regione Emilia Romagna, e ne abbiamo parlato a lungo con Bonaccini”.
“Per quanto riguarda la nuova diga foranea del porto di Genova, ho spiegato chiaramente al Ministro che il porto deve attrezzarsi alle mega navi del futuro. Le navi da crociera e da carico sono sempre più grosse, mentre il porto risale ai primi del novecento quando non addirittura alla fine dell’ottocento, oggi non è più eludibile programmare un suo ammodernamento sostanziale”.
“Sulla Gronda si apre un tavolo già concordato con Ministro e Sindaco per l’attuazione del cantiere. Io ritengo che ciò determini la fine di ogni dibattito sulla revisione del progetto, anche perché la revisione comporterebbe un ritardo di quattro-cinque anni: parliamo di un cantiere che avrebbe dovuto essere aperto da alcuni mesi e su cui abbiamo già speso 50 milioni per gli espropri. Ho chiesto anche che la disquisizione sulla revisione o revoca delle concessioni autostradali non interferisca sulla realizzazione di quest’opera. Il Governo ha piena legittimità in materia, la Regione non ha voce in capitolo sulle concessioni però noi vogliamo che Genova non abbia oltre al danno la beffa o la pena aggiuntiva di vedersi ritardare un’opera strategica. Se sulle concessioni vogliono fare dei ragionamenti sull’autonomia, come già fanno Lombardia, Friuli o Veneto, noi siamo disponibili a discuterne e prenderci un pezzo di responsabilità”.