Un sistema di imprese decisamente diversificato che vede coabitare industria, commercio, artigianato e agricoltura, alla Spezia il tutto è inserito in un panorama oltremodo variegato: nello stesso contesto devono coesistere interessi specifici di turismo e porto economico; gli interessi della Marina Militare e le esigenze di ordinaria quotidianità, come la manutenzione di strade o la gestione del verde pubblico. Il prossimo sindaco della Spezia dovrà tenere conto del presente e del passato della città, ma si troverà di fronte sfide tutte nuove, come il futuro dell'area Enel. Utile ed indispensabile nel dibattito elettorale che ci troveremo ad affrontare, qualcuno come candidato, qualcun altro come elettore o come semplice spettatore, è il punto di vista di chi, più di ogni altro, ha chiaro il panorama del mondo economico locale; per questo abbiamo parlato, prima ancora che la guerra per aggiudicarsi il posto di primo cittadino entri nel vivo, con Stefano Senese, segretario generale delle Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura Riviere di Liguria – Imperia La Spezia Savona.
Cosa vi aspettate dai rapporti con la prossima amministrazione?
"Ci aspettiamo di poter attuare una collaborazione profonda, perché l'obiettivo che la Camera di Commercio Riviere di Liguria si è posta è lo sviluppo del territorio e i primi riferimenti sono gli enti locali. Non solo visione politica dunque, ma obiettivi comuni e progetti ben individuati.
Il primo passo potrebbe essere costruire un sistema di conoscenza integrato, grazie alla condivisione del registro delle imprese, ad esempio, da dove trarre elementi di conoscenza integrati con gli altri enti locali (come ad esempio l'Inps), proprio perché alcuni processi, come quelli di mobilità possono essere determinati sono avendo chiari questi dati facendo un lavoro di prospettiva, potendo partire da risposte chiare a domande importanti come quante persone lavorano in un determinato luogo o settore. Turismo, ad esempio, non significa parlare solo di attrarre qualcuno, ma anche offrire qualcosa. Costruire un patrimonio di conoscenza, non solo dal punto di visa statistico, ma gestionale o organizzativo, servirà come primo passo per lavorare sul nostro futuro.
Il lavoro, poi, è senza dubbio un ambito dove ci aspettiamo di avere interazione con l'amministrazione. Va benissimo creare dei tavoli, ma che siano luoghi di percorsi condivisi: questo vale, ad esempio per la gestione della futura ex area Enel o dell'intera linea di costa".
Da dove potrebbe partire il futuro per la città?
"Dalla costa, ridefinendo un progetto serio e concreto. Mi riferisco ad un Progetto di costa integrato, facendo riferimento a tutto il territorio costiero comprendendo anche luoghi della città spesso dimenticati, come Cadimare. Noi abbiamo tanto mare, ma con pochi accessi e con indirizzi di utilizzo molto vari: proprio per questo è indispensabile fare ragionamenti sulla razionalizzazione. Dobbiamo trovare, ad esempio, aree per nuove strutture attrattive di alto livello, come alberghi a 5 o a 4 stelle, ed ovviamente non potrei farli sulle colline, ma lungo la linea di costa".
Possibile trovare compromesso tra così tanti interessi?
"È vero, bisogna tenere conto di interessi molto diversi tra loro, come quelli di Marina Militare e Autorità Portuale. Personalmente credo sia possibile solo con un progetto unitario da gestire con capacità di coordinare il piano operativo e l'intera attività: solo così sarà possibile trovare un compromesso. Un progetto molto ambizioso, che vedrei bene alla Spezia, potrebbe essere il sorgere di un grande ed importante acquario".
Cosa pensa del progetto Spezialand?
"Lo avrei visto bene nell'area IP: lo proposi e presi contatti, ma credo che oggi non sia più il tempo. Esiste poi un grande problema di infrastrutture. Mancano le strutture di accoglienza e in queste condizioni sarà veramente difficile intercettare fondi ed investitori. Servirebbe rivoluzionare l'intera città e sinceramente secondo me i 70 ettari dell'ex area Enel non sono il luogo adatto".
Secondo lei questa città, che a breve dovrà affrontare una scelta importante come quella del nuovo sindaco, ha margini di crescita e miglioramento?
"Credo proprio di sì e penso che questi margini siano enormi. Spezia può davvero diventare una grande città, ma bisogna acquisire una mentalità più europea. Ci sono buone pratiche in giro per il mondo che possiamo prendere come spunto, facendole nostre portando il nostro valore aggiunto e migliorandole. Vedete, noi abbiamo una caratteristica unica nel mondo, che appartiene solo a noi: abbiamo un golfo dalla caratteristica unica, la forma ad U che ci contraddistingue e sulla quale noi dovremmo puntare. Dobbiamo avere più coraggio e cambiare prima di tutto la nostra mentalità. La diga, ad esempio, è solo nostra e dovremmo sfruttarla di più, farla diventare attrattiva per i turisti e crocieristi. Poi abbiamo i miticoltori, altro punto di forza che ci rende unici e che secondo me dovrebbe essere valorizzato".
Come sono i rapporti con le altre città che fanno parte del nuovo assetto CCIAA?
"Direi molto buoni. Abbiamo instaurato un rapporto di dialogo e cooperazione accorgendoci fin da subito che far convivere realtà così diverse è un valore aggiuto. Spezia, Savona e Imperia hanno caratteristiche differenti, ma che possono, anzi devono, intersecarsi. Uno scambio di prodotti, interessi e vocazioni che può far bene all'intera regione. Porteremo, ad esempio, prodotti tipici di Savona o Imperia alla Spezia e dall'altra parte stiamo già pensando di portare i nostri mitili nelle fiere delle altre città".