Il progetto prevede il miglioramento della qualità della vita in carcere, il sostegno alla genitorialità, la mediazione penale minorile tra la vittima e il minore autore del reato con il supporto di personale qualificato per accompagnare i detenuti e i minori in esecuzione penale al reinserimento nella società, l'accoglienza abitativa per consentire ai detenuti senza domicilio di avere a disposizione un alloggio per usufruire del permesso premio. Il progetto è gestito dalla "Rete che unisce", un'associazione temporanea di scopo che ha come capofila il consorzio Agorà di Genova. Nei prossimi giorni verrà avviato il procedimento amministrativo di tipo partecipato, attraverso un percorso ad evidenza pubblica, per individuare le realtà del terzo settore, in possesso di particolari requisiti, che parteciperanno alla realizzazione del progetto. La richiesta di partecipazione alla coprogettazione regionale deve essere inviata all'ufficio protocollo della regione Liguria entro e non oltre le ore 12.00 del 10 luglio 2014. "Dopo la positiva sperimentazione degli anni scorsi – ha spiegato l'assessore Rambaudi – proseguiamo l'offerta dei progetti sociali sulle carceri, attraverso i patti di sussidiarietà, un metodo per utilizzare al meglio le risorse economiche e professionali a disposizione, evitare sovrapposizioni e sostenere la collaborazione tra enti. Un'esperienza tutta ligure, seguita con attenzione anche a livello nazionale, che dimostra la ricchezza del rapporto tra pubblico e settore non profit nel nostro territorio".