Alle spalle ha una storia politica molto lunga, iniziata in consiglio comunale, poi regionale e in questi anni il suo nome è stato associato anche a gesti fortemente provocatori. Qual è la battaglia che ricorda con più passione?
Prima di tutto devo correggerla: sono una militante della Lega dai primi anni novanta, è vero e ne vado fiera, ma la mia esperienza nelle istituzioni è iniziata relativamente tardi, quando nel 2011 sono stata eletta in consiglio comunale a Santo Stefano. Da allora, sono stata eletta in consiglio regionale nel 2015, quando i cittadini liguri hanno sonoramente bocciato il centrosinistra che governava da 10 anni e chiesto a gran voce un cambiamento, che noi rappresentiamo ogni giorno. Rispetto a certe mummie della politica come se ne vedono nel Pd, che nella vita hanno fatto solo questo, mi sento orgogliosamente un volto nuovo. Comunque, tornando alla sua domanda, ricordo con più passione una battaglia quotidiana e non ancora conclusa: quella per il rispetto della dignità della donna e la difesa delle donne contro la cultura musulmana.
L’amministrazione Toti ha ancora due anni e mezzo davanti, come mai ha deciso di correre per il Senato invece di concludere l’esperienza in Regione?
Mi è stato chiesto dal mio partito e dai miei elettori. L’esperienza in Regione si concluderà soltanto dal punto di vista istituzionale, perché continuerò a lavorare per il mio territorio e per gli enti locali che lo governano: regione e comuni. L’obiettivo è portare la Liguria in Parlamento e lavorare per portare sul territorio risorse e servizi.
‘Prima gli italiani’: la Lega ha colto il malessere degli italiani o invece lo sta fomentando, fornendo un nemico?
La Lega ha colto un malessere reale, e gli sta dando voce in maniera democratica e costruttiva. Chi dice che siamo noi a fomentare l’indignazione degli italiani dimostra chiaramente di vivere in una torre d’avorio, lontano dalla realtà del popolo. Quando si parla di queste cose, ricordiamoci sempre che se l’indignazione non trova una rappresentanza democratica e non violenta, c’è il rischio concreto che degeneri in violenza. La Lega garantisce la tenuta democratica del Paese.
Quale sarà il suo contributo nel caso venisse eletta al Senato? Perché l’elettore dovrebbe scegliere lei?
Perché a differenza di chi fino ad ora è stato eletto in parlamento dai nostri collegi io lavorerò per l’interesse del territorio. Aree strategiche di crisi, riforma del sistema portuale, funzionamento del ministero dell’agricoltura, emanazione dello stato di calamità naturale e accesso ai fondi speciali per quanto riguarda i settori agroalimentari colpiti da sbalzi anomali di temperatura, sono soltanto alcune delle problematiche che interessano la nostra regione e di cui i vari Orlando, Caleo e Pinotti non si sono affatto occupati.
Proseguendo l’avventura in Regione, quali saranno i prossimi passi?
Sinceramente sono convinta che il centrodestra vincerà in Italia e nel nostro collegio, e che continuerò quindi le mie battaglie quotidiane per il territorio in Senato.