"Se Foggia è ultima per qualità della vita, Spezia vi si avvicina notevolmente perdendo ben venti posizioni, piazzandosi al 66° posto nazionale, come dire in zona retrocessione. Questa volta in C", così Luca Erba e Marco Raffaelli (Partito Democratico), Federica Pecunia e Dina Nobili (Italia Viva), Paolo Manfredini (Partito Socialista Italiano) e Massimo Baldino Caratozzolo (Gruppo misto).
"Parliamo di qualità della vita. Bene prezioso che comprende, lavoro, ascolto dei cittadini, qualità dell'aria, sicurezza urbana, salute pubblica e esercizio della sanità. Un sondaggio forse anche troppo benevolo per una città che in questi ultimi tre anni ha visto sfumare un ospedale, da anni agognato e tema elettorale ricorrente e che avrebbe dovuto giungere in dirittura d'arrivo proprio durante la gestione Peracchini e che invece proprio l'attuale amministrazione è riuscita a far sfumare".
"Un sondaggio forse anche troppo benevolo considerando la scandalosa gestione riservata a una RSA storica e strategicamente importante come il Mazzini. Non a caso proprio in tema di salute pubblica Spezia è 95° su 107 posizioni, ancora più in basso dell'anno precedente".
"Sicuramente benevolo considerando il pessimo approccio, come più volte da noi denunciato, di questa amministrazione rispetto alla emergenza sanitaria determinatasi col Covid. Proprio in tema infatti di sicurezza sociale in tempo di pandemia, la nostra città perde la bellezza di 38 posizioni. Tradotto in linguaggio politico questo significa: Amministrazione assente e priva di ogni credibilità operativa".
"Non va meglio neppure per quanto riguarda il lavoro e in generale il benessere economico dei cittadini dove perdendo diverse posizioni siamo scesi al 31° posto, ovvero quasi fanalino di coda tra le città del nord".
"Come commenta questa Waterloo Peracchini? E’ in grado di comprendere questo Sindaco e la sua giunta di cosa hanno realmente bisogno i cittadini? E’ in grado di cogliere le richieste che si sono levate da più parti. Ci pare proprio di no . E Spezia intanto va sempre più giù... verso lo sprofondo tipico delle città in mano a nessuno o peggio governate in modo approssimativo e senza mai una visione globale dei problemi e del territorio".