Nonostante la situazione sia pressoché stazionaria, non sono noti i tempi di durata della pandemia e soprattutto della paralisi del sistema. Vi sono statistiche e studi che tentano di spiegare l’andamento del virus, ma le rielaborazioni matematiche finora hanno dovuto fare i conti con dati più astratti che concreti e quindi il loro apporto è quasi sempre limitato.
Dalle ultime notizie, è facile comprendere come il virus si comporti in maniera differente in differenti ambienti, dove il tasso di umidità e le temperature magari sono maggiori. Di questi passi sembrerebbe logico indicare settembre come mese della possibile inversione di rotta. Cosa succederebbe?
Il virus imperverserebbe in Africa, in Sudamerica e in Australia, per poi ripalesarsi nell’emisfero settentrionale dal prossimo autunno, ancora una volta. Non è certo che l’epidemia indietreggerà in estate e quindi il quadro vede una situazione più o meno chiara.
Si dovrà combattere contro il Covid-19 fino all’arrivo di una cura, prevista tra dodici o diciotto mesi massimo. Una convivenza forzata, senza mezzi termini.
Va da sé che i Governi, in particolar modo quelli del mondo occidentale, siano al lavoro per studiare apposite app di monitoraggio degli spostamenti della popolazione, sul modello utilizzato, e finora in maniera vincente, dalla Corea del Sud, che ha limitato ed isolato il virus e ogni possibile focolaio. In elaborazione anche le cosiddette patenti di immunità, basate sulla presenza di anticorpi nel sangue.
I danni finora sono noti: perdite per miliardi e miliardi. Il settore fisico del gioco d’azzardo è entrato presto in crisi ma, nel lungo termine, quale sarà l’impatto sulle altre sezioni della filiera come per esempio le scommesse?
Ovviamente saranno penalizzati, come già fatto intendere dal Governo, i luoghi in cui è più facile creare assembramenti e non rispettare il distanziamento sociale. In questo gruppo entrano anche le sale scommesse, le sale dedicate alle slot machine e ai bingo, costretti a subire ulteriori danni per incassi e clientela.
Una prospettiva concreta con cui fare i conti per cui si palesa la necessità di inventare nuove soluzioni e nuove strategie: su tutte puntare sull’online e sul retail, un’esigenza più che altro, per ridurre le perdite.
Come sarà possibile salvare il fatturato globale di un’industria che è andata in crisi? Le proiezioni, per il momento, sono drammatiche ed il calo ipotizzato è del 13,6% per quel che riguarda il solo contesto europeo. Una perdita del 33% è stata stimata per le scommesse sportive online, mentre il fatturato dovrebbe crescere del 30% e quello dei poker online fino al 100%.
Sarebbe dunque giunta l’ora, per il settore, di utilizzare tutte le novità tecnologiche. E specificamente lanciarne altre, innovative e creative: su tutte il settore delle “scommesse da banco”.