"Da molte settimane il Comitato per Piazza Verdi e le associazioni Legambiente e Italia Nostra avevano chiesto un incontro urgente con Lei in relazione alla situazione della viabilità di Piazza Verdi. Viabilità che, come riportato non solo dalle sottoscritte associazioni, ma anche dai mass media locali di tutti gli orientamenti culturali e politici (per non parlare dei rappresentanti sindacali del trasporto pubblico) costituisce un permanente rischio per tutti coloro che lavorano, vivono nella piazza o comunque la attraversano a cominciare dagli studenti dei diversi istituti scolastici che vi insistono.
Situazione di rischio tutt'ora in atto e che ci ha portato a presentare lo scorso 20 gennaio una Diffida al Sindaco e al Dirigente del Comune responsabile del procedimento, al fine di ottenere da dette autorità, entro e non oltre 15 giorni dalla notifica, immediati provvedimenti volti a ripristinare la sicurezza pedonale in relazione alla attuale circolazione dei mezzi pubblici e di soccorso in Piazza Verdi nel rispetto delle vigenti norme di legge.
Nonostante il quadro sopra delineato costituisca un dato oggettivo a prescindere dal giudizio che ognuno ha dato o potrà dare sul progetto di riqualificazione della Piazza, l'Amministrazione Comunale non ha risposto, neppure con una semplice nota, alla nostra Diffida.
Considerata la gravità della situazione in atto, ci saremmo aspettati una pronta risposta da parte del Sig.Prefetto alla nostra richiesta di incontro che invece è stato fissato con oltre 1 mese di ritardo. Alla luce di quanto appreso dalla stampa locale domenica 7 febbraio, ci siamo dovuti ricredere anche sulla utilità dell'incontro con Lei, constatando che, per l'ennesima volta, la partecipazione dei cittadini è costantemente negata. Poiché noi avevamo chiesto l'incontro, il buon senso avrebbe voluto che fossimo i primi a essere ascoltati, o quantomeno, ricevuti insieme al Sindaco; ciò Le avrebbe permesso di avere una maggiore e omogenea visione dei relativi problemi. Non entrando, specificatamente nel merito, non crediamo che le misura prese siano sufficienti, e la proposta di allargare il marciapiede, quindi la zona pedonale, per far sì che le ambulanze passino dove transitano i pedoni, è alquanto sconcertante, prendendo atto del fatto che comunque il progetto sta subendo diversi cambiamenti.
Alla luce di tutto ciò, abbiamo deciso di ritirare la nostra richiesta di incontro, avendo già letto i provvedimenti da Lei presi. Tutto quanto sopra in palese contraddizione con quanto affermato nel sito stesso della Prefettura che sintetizzando le competenze ed il ruolo ex lege del Prefetto afferma: "La eterogeneità delle competenze impegna il Prefetto sui più disparati campi, ora sollecitandolo ad una maggiore attenzione al "sociale", ora alla tutela della sicurezza, ora alla complessa opera tesa a rafforzare le intese e la cooperazione tra il tessuto amministrativo statale periferico e tra questo ed il sistema dei poteri e delle autonomie locali."
Ci riserviamo di valutare, anche alla luce delle decisioni prese nell'incontro sopra citato tra Lei e l'Amministrazione Comunale, di far valere i diritti di sicurezza dei cittadini in altre sedi istituzionali. Ci consenta una ultima riflessione. Tutta questa vicenda ci fa tornare alla mente quanto affermato da uno dei padri nobili della nostra Repubblica nel 1944: "L'unità del paese non è data dai prefetti e dai provveditori agli studi e dagli intendenti di finanza e dai segretari comunali [...] L'unità del paese è fatta dagli italiani. Dagli italiani, i quali imparino, a proprie spese, commettendo spropositi, a governarsi da sé" (Luigi Einaudi).
Certo ci auguriamo che non sia così ma il dubbio ci resta considerato anche precedenti comportamenti della Prefettura spezzina in relazione a vicende altrettanto, se non ancor di più, rilevanti per la comunità cittadina come quelle dell'attraversamento di materiali nucleari nel golfo o delle navi dei veleni.