Il manifesto per la sanità locale è riuscito, attraverso il Consigliere regionale Roberto Centi, ad ottenere i dati relativi agli organici di personale del S.S.N. ligure.
L’elaborazione dei dati dimostra che non c’è nessuna inversione di tendenza rispetto alla gravi carenze di personale della ASL 5, soprattutto se rapportata alle medie di personale degli altri territori liguri.
Confrontando i dati ufficiali della regione nell’arco temporale fra fine 2021 e il 2023 il divario fra ASL 5 e resto dei territori liguri rimane pressoché invariato: la ASL 5 conta 10,5 unità a ruolo ogni 1.000 abitanti contro le 15,7 della media ligure e le 16,6 del resto dei territori. Considerando anche il personale assunto a tempo determinato si passa ad 11,1 unità ogni 1.000 abitanti, contro 16,2. Considerato, poi, che ogni punto di differenza equivale a 216 unità in meno la nostra ASL mancherebbe di circa 1.200/1.300 unità rispetto alla media del resto dei territori e regionale.
Resta pressoché inalterato anche il divario fra ASL 5 e gli altri singoli territori che contano, in ordine crescente: ASL 1 Imperia 13,1 unità/1.000 ab., ASL 4 Chiavari 13,4, ASL 2 Savona 16,4 e Genova 19,3 considerata anche la quota aggiuntiva al San Martino e Gaslini per compensazione della mobilità dalle altre ASL per ultraspecializzazioni.
Occorre peraltro evidenziare che nelle 186 unità in aumento dichiarate dalla Regione ben 159 sono derivanti dalla reinternalizzazione del servizio O.S.S. precedentemente in appalto, unità che, sotto la gestione della cooperativa, già operavano nei servizi della ASL, per cui l’aumento effettivo di “forza lavoro” si ridurrebbe a sole 27 unità, mentre negli altri territori le centinaia di assunzioni di O.S.S. risultano aggiuntive non essendoci notizia di reinternalizzazioni di servizi.
In 18 mesi abbiamo perso 24 medici a ruolo, che scendono a 14 solo per gli incarichi a tempo, aumentiamo della “miseria” di 24 infermieri fra ruolo e incarichi a tempo e continuiamo a scontare anche una pesantissima carenza di personale O.S.S., per parlare solo delle qualifiche a diretto contatto coi malati.
Anche solo il confronto con la ASL 1, che a parità di bacino d’utenza risulta la più bistrattata dopo la nostra, ci condanna a 460 unità in meno rispetto alla loro media: non certo poca cosa per gli asfittici organici del nostro personale sempre più sfiancato.
Ed ecco che si conferma come la regione non abbia nessuna intenzione di andare verso un riequilibrio degli organici ed un reale potenziamento del personale della nostra ASL costretta a vivere alla giornata e a tappare buchi di organico che sanno solo di tentativo di sopravvivenza dei servizi.
E all’orizzonte nessun programma straordinario di assunzioni o di organizzazione nell’interregno fra oggi e il nuovo ospedale del Felettino, se mai verrà, con un San Bartolomeo relegato al ruolo di “panchinaro” ogniqualvolta un servizio del decrepito Sant’ Andrea va in crisi e che ancora sconta, rispetto al periodo ante Covid, le chiusure del reparto di Ortopedia, accorpato a Chirurgia ed Urologia, di Rianimazione, di Endoscopia e del Day Hospital Oncologico, nonché di un ambulatorio di Ortopedia e sala gessi ridotto del 75%.
Valter Chiappini
Manifesto per la sanità locale
In allegato la tabella sintetica dei dati regionali rielaborati dal Manifesto per la sanità locale