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Apertura diga, lo studio boccia l’ipotesi: “Nessun vantaggio per i muscoli” In evidenza

di Gabriele Cocchi – Dei varchi nella diga foranea non sarebbero l’atteso toccasana per la crescita dei mitili. Ecco perché.

Subisce una brusca frenata il progetto di apertura della diga foranea. Anche realizzando dei varchi nella struttura, infatti, il giovamento per gli allevamenti di muscoli all’interno della diga sarebbe minimo. La spesa non varrebbe l’impresa, detto volgarmente.

A sostenerlo è un meticoloso studio della società DHI Italia, a cui l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure orientale ha chiesto di verificare la convenienza e la fattibilità del progetto. Ad avanzare la proposta di effettuare delle aperture nella diga erano stati i mitilicoltori, con l’obiettivo di creare condizioni migliori per la crescita dei muscoli, in termini sia di circolazione delle correnti tra i due lati della struttura che di ossigenazione delle acque. Soprattutto per evitare di subire un’altra contrazione monstre della produzione, come avvenuto l’estate scorsa a causa del caldo record e dell’assenza di piogge.

Ma “l’ipotesi varchi”, secondo i risultati dello studio, presentati ieri nella commissione economia e lavoro presieduta da Maria Grazia Frijia (Fratelli d’Italia), non si tradurrebbe nell’atteso toccasana.

“Abbiamo simulato due periodi con due scopi diversi – ha spiegato Andrea Pedroncini, responsabile del settore marittimo di DHI – Il periodo estivo del 2017, che anche a detta dei mitilicoltori ha causato una grande sofferenza per gli organismi: abbiamo cercato di riprodurre tutto il trimestre per verificare cosa avrebbe comportare aprire la diga durante quell’estate. Poi abbiamo simulato un periodo invernale più breve, per controllare che anche in periodo di piene frequenti del Magra non ci sia un apporto troppo alto di acqua dolce, che determinerebbe una salinità troppo bassa per i mitili”.

Grazie all’acquisizione dei dati di alcune campagne di monitoraggio effettuate da Arpal tra 2016 e 2017 su tutta la rada, sono stati simulati gli effetti di un’apertura della diga sulla temperatura dell’acqua, sulla velocità delle correnti e sulla quantità di ossigeno disciolto, i parametri che influenzano la crescita dei mitili.

In più sono state riprodotti tre possibili scenari di apertura della diga: due varchi di 50 metri di larghezza ciascuno, fino a due metri di profondità dalla superficie; due varchi, ma di 100 metri di larghezza ciascuno e fino a quattro metri di profondità; oppure dei varchi sommersi, alti tre metri e larghi 50, attraverso il posizionamento di batterie di tubi tra i due lati della diga.

In tutti e tre i casi le variazioni a beneficio dei muscoli sarebbero minime. “I cambiamenti di temperatura sarebbero piccolissimi – ha fatto notare Pedroncini –. La parte interna alla diga non ha delle temperature così diverse da quelle che si riscontrano immediatamente al di fuori: c’è una differenza termica che non supera il mezzo grado”.

Le aperture, invece, avrebbero un effetto benefico sull'intensità delle correnti. Che però verrebbe vanificato dal fatto che le stesse correnti, all’esterno, si muovono parallelamente alla diga. I vantaggi, quindi, si avrebbero soltanto nelle vicinanze dei varchi, ma non vicino agli allevamenti di mitili. In questo scenario nemmeno l’ossigenazione, che discende da correnti e temperatura, subirebbe grosse variazioni.

Ma i mitilicoltori non si danno per vinti: si potrebbero trovare altri espedienti tecnici, secondo loro, per ottenere effetti più tangibili dalle aperture. L’Autorità portuale li incontrerà nei prossimi giorni: l’ipotesi di aprire la diga non è ancora del tutto tramontata.

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