Una storia tutta ligure, che vive e riecheggia ancora oggi, ad un secolo di distanza. Generazioni intere l’hanno vissuto semplicemente come uno spauracchio, minacciati da quel “mia c'a te mando 'n Garaventa”, per molti però, la nave scuola ha rappresentato una via di salvezza e la memoria di quel luogo, dei principi e soprattutto del suo fondatore, è ancora oggi un simbolo fortissimo.
A cento anni dalla scomparsa di Nicolò Garaventa (1848-1917), il comune di Uscio (GE) ha ricordato con una cerimonia il docente, filantropo e fondatore della nave-scuola (Mentelocale ne ha parlato qui), ma anche la nostra provincia ha vissuto un momento significativo in suo onore. La Società Marittima di Mutuo Soccorso, nell’ambito della rassegna Lerici Legge il Mare, ha consegnato alla sua memoria il premio della Solidarietà in Mare, giunto ormai alla sua undicesima edizione.
Per Uscio è stato forse il cittadino più illustre, ma anche per Lerici è stato un onore ricordare quest’uomo, che ha compiuto sforzi notevoli per dare una speranza a chi, in quell’Italia appena Unita, viveva una situazione di disagio sociale, dove criminalità e povertà non lasciavano scampo. In questo contesto, Nicolò Garaventa (qui la storia su Era Superba), allora insegnante di Liceo all’Andrea Doria, decise di impegnarsi in prima persona per salvare i giovani dal futuro disagio, dando loro la possibilità di crescere in un contesto positivo, dove studiare e lavorare, attraverso un’educazione sia intellettuale che pratica.
I suoi ragazzi erano figli di prostitute, orfani, poveri, figli di detenuti: Garaventa credeva che avrebbe potuto salvarli, ponendo le basi per un futuro migliore, innanzitutto allontanandoli dal degrado in cui vivevano. Il 1° dicembre del 1883, Garaventa spostò il suo progetto, che fino a quel momento aveva sede in un edificio ad Acquasola, in una nave dismessa, ottenuto il permesso della Marina Militare Sarda.
Spiega Bernardo Ratti, presidente della Marittima: “Garaventa decise di recuperare ragazzi "difficili" dando loro un'educazione, certamente rigida, ma atta al loro reinserimento nella vita sociale. Idea che sviluppò nel 1883 per proseguire sino al 1977 (anno in cui venne disarmata l’ultima nave) e che rappresentò per migliaia di giovani un’ancora di salvezza”. Fondato sui principi fondamentali di educazione, amore e lavoro, questo metodo educativo era basato sui principi della marineria.
“Il Premio è stato consegnato a Emilia Garaventa, pronipote del filantropo, da Olga Tartarini, insegnante e socia "Marittima", in avvio della Conferenza conclusiva di Lerici Legge il Mare "La Nave Scuola Garaventa", domenica 10 settembre scorso- prosegue Ratti- Emilia Garaventa, coadiuvata dalla Professoressa Margherita Manfredi, alla presenza dell'Assessore Laura Toracca, ha spiegato l'alta valenza pedagogica dell'intuizione del suo antenato, focalizzandone la "modernità", per i tempi, dell'educazione marinara per bambini dai 7 ai 17 anni; ha raccontato com'era la vita a bordo e come tanti ragazzi abbiano raddrizzato la loro vita. Incontro seguito da un pubblico attento e interessato”.
Oggi esiste un'Associazione di ex "Garavetini", una Fondazione che sta cercando una nave per ripetere, naturalmente in chiave educativa attuale e con finalità sociali precise, l'esperienza della Nave scuola "Garaventa".
Conclude Bernardo Ratti: “Per noi ha rappresentato un finale di alto valore per una bella edizione di Lerici Legge il Mare”.
Foto nel testo: Era Superba