Era partito a spron battuto Shyamalan, con un grande successo di pubblico e di critica come "Il sesto senso" (1999), poi aveva forse dormito un po' troppo a lungo sugli allori e la sua carriera aveva preso un'imprevista quanto inesorabile china discendente, soprattutto a partire dal pessimo "Lady in the water" (2006). Quello che si era presentato come un esordio stellare si era tramutato agli occhi di tanti in un grossolano fraintendimento: "ma ha talento o ha solo avuto un colpo di fortuna?", questa la domanda che si facevano in molti davanti a un film ogni volta peggiore del precedente, con puntuali pessime accoglienze e Razzie Awards incorporati.
Poi un piccolo segnale di luce: due anni fa infatti Shyamalan sembrava essere tornato alle origini di quello che ha sempre saputo fare meglio, dando alla luce un piccolo horror low budget come "The Visit" che, se non era un capolavoro, era almeno decente e tollerabile.
Ora Shyamalan ci riprova con "Split", un dignitoso thriller che quella parabola discendente sembra invertirla, seppur non in maniera così decisa come era lecito aspettarsi. Arcinoto per inserire nei suoi film un twist del tutto inaspettato, una svolta sorprendente nella narrazione che lascia gli spettatori a bocca aperta, in "Split" Shyamalan rinuncia a questo espediente barocco. O meglio, il twist lo inserisce direttamente a inizio film. Anzi, addirittura prima, nel titolo.
Casey (Anya Taylor-Joy) è una ragazza schiva e introversa che agli amici preferisce il tempo passato sola con sé stessa, soprattutto a causa di un brutto passato (e presente) che nel corso della storia emergerà gradualmente. Tutto il contrario di Claire (Haley Lu Richardson) e Marcia (Jessica Sula), aperte, ironiche, spensierate, con l'entusiasmo un po' ingenuo tipico della loro età. Tutte e tre, al termine del compleanno di Claire, vengono rapite da un individuo sconosciuto (James McAvoy) affetto dal disturbo di personalità multipla - ben 23 persone convivono nel suo corpo - che le terrà segregate in attesa "dell'arrivo della bestia", come dirà loro con un ghigno ben poco promettente.
Al netto di un finale parecchio telefonato e di sterili intermezzi di spiegazione della malattia del rapitore, "Split" si regge da un lato sull'istrionico James McAvoy, a suo agio nell'interpretare una ventina di personaggi differenti con una plasticità impressionante, e dall'altro sulla ventenne Anya Taylor-Joy, già ottima in "The Witch" (qui) e altrettanto impeccabile nei panni di una ragazza che la sofferenza pare averla conosciuta in prima persona.
Posto che il tema delle personalità multiple è un soggetto che di per sé stesso tende ad essere portato sul grande schermo – da "Psyco" (1960), passando per "Doppia personalità" (1992) fino a "Shutter Island" (2010) - Shyamalan riesce ad ottenere la sufficienza, con una prova senza infamia e senza lode che tuttavia, a pensare ai livelli a cui ci aveva abituati, lascia piuttosto insoddisfatti e con l'amaro in bocca. Il commento dello spezzino cadrebbe a puntino: "Mèi che niente".
Dove e quando
"Split" è in programmazione al Megacine di via del Canaletto venerdì 27 gennaio alle 21.35, sabato 28 gennaio alle 17.20, 20.05, 22.35, domenica 29 gennaio alle 15.20, 17.50, 21.10, lunedì 30 gennaio alle 16.10, 18.40, 21.35, martedì 31 gennaio e mercoledì 1 febbraio alle 16.10, 18.40, 21.35; è in programmazione anche al Moderno di Sarzana (qui gli orari).
Titolo: Split
Genere: Horror, Thriller
Diretto da: M. Night Shyamalan
Scritto da: M. Night Shyamalan
Con: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Haley Lu Richardson
Durata: 1h 57 min